L’8 giugno la Chiesa Cattolica celebra la memoria di San Medardo di Saint Quentin, vescovo franco vissuto nel VI secolo. San Medardo era figlio di Nectar, uno dei più importanti nobili del popolo dei Franchi. Suo padre aveva valorosamente servito il re Childerico I, combattendo al suo fianco durante la guerra contro i Visigoti per la conquista della Francia. Una volta conquistata l’area, il padre di Medardo sposò Protagia, giovane appartenente a una nobile famiglia romana. Protagia, per concedersi a Nectar, gli impose di abbandonare i suoi idoli pagani e di convertirsi alla religione cristiana. Dall’unione tra i due – che era emblematica dell’unione tra i due popoli, vinti e vincitori – nacquero vari figli, tra cui san Medardo e san Gildardo, che fu il futuro vescovo di Rouen.
San Medardo iniziò in giovane età il suo percorso di avvicinamento a Dio, facendosi sacerdote e impegnandosi direttamente nell’attività missionaria presso i Franchi che ancora erano pagani. Nel 530 venne nominato vescovo di Tournai (Belgio), e nel 545 ottenne anche il controllo della diocesi di Saint Quentin. Grazie alla sua carica episcopale, Medardo poté contare anche sull’appoggio del nuovo re dei Franchi, Clodoveo, desideroso che il suo popolo si convertisse completamente al Cristianesimo. Clodoveo aveva abbracciato la fede cristiana grazie alla moglie, la principessa Burgunda santa Clotilde. Dopo la morte di Clodoveo, il regno dei Franchi precipitò presto nelle lotte di successione tra i quattro figli del sovrano, che insanguinarono il Paese. Al termine delle lotte, prevalse Clotario, che iniziò una violenta politica di repressione dei seguaci degli antichi avversari.
Radegonda, figlia del re di Turingia e moglie di Clotario, disgustata dalle inutili violenze compiute dal marito contro i suoi antichi nemici, si rifugiò presso san Medardo, chiedendogli di consacrarla per permettere di dedicarsi esclusivamente alla preghiera e allontanarsi per sempre dal suo violento marito. La fuga si consumò dopo che Clotario uccise suo cognato, fratello di Radegonda, sospettando fosse coinvolto in un complotto per spodestarlo. Sfidando l’autorità del re Clotario, san Medardo acconsentì alle richieste di Radegonda e la consacrò come religiosa. Radegonda, durante la nuova fase della sua vita, si dedicò ai poveri e agli umili, fondando un monastero-ospedale a Poitiers. Clotario, impressionato dal coraggio dimostrato da san Medardo, accettò la decisione della moglie e iniziò a garantire protezione e appoggio al vescovo. San Medardo riuscì a far cessare le violenze del sovrano, facendo sì che questi si rendesse conto della loro inutilità, dato che indebolivano il regno dei Franchi favorendo le mire espansionistiche dei suoi potenti vicini.
Quando san Medardo morì, nell’anno 560, il re Clotario volle onorarne la memoria, ordinando di trasportarne il corpo nella capitale del suo regno, Soissons, e di costruire una piccola abbazia per ospitarne i resti mortali. L’abbazia nel corso degli anni si ingrandì, divenendo potente e venendo dedicata al santo. A san Medardo sono attribuiti vari miracoli, che ne testimoniano la sua generosità. Secondo la sua agiografia, san Medardo rese silenzioso il campanaccio di una mucca che un ladro stava rubando e placò la furia di uno sciame d’api che si stava accanendo contro un contadino che stava trafugando il miele contenuto in un’arnia. I miracoli, a favore di ladri, sono importanti in quanto sia la mucca che il miele appartenevano alla diocesi di san Medardo, che in questo modo voleva attuare in favore di poveri e diseredati.
Probabilmente, il grande romanziere francese Victor Hugo si ispirò alla figura di san Medardo per tratteggiare il personaggio di Benvenuto Myriel ne “I Miserabili”, il religioso che aiutò il protagonista Jean Valjean perdonandogli il furto di suppellettili d’argento avvenuto nella sua chiesa e donandogli due preziosi candelabri per permettergli di iniziare una nuova vita. Secondo un’antico proverbio popolare, se il giorno di san Medardo (8 giugno) piove ci si deve attendere maltempo per altri quaranta giorni. San Medardo è invocato contro il mal di denti ed è protettore di contadini, boscaioli, camerieri, viticoltori. Il santo è anche patrono di Arcevia, piccolo comune marchigiano situato in provincia di Ancona.