Ha fatto scalpore la ricostruzione sotto forma di film horror della vicenda che lo vede coinvolto insieme all’americana Amanda Knox, sua fidanzata. Raffaele Sollecito ha postato sulla sua pagina Facebook una ironica ricostruzione sotto forma di sceneggiatura per film (talvolta con linguaggio esplicito e anche qualche errore di ortografia) in cui rivendica ancora una volta la sua e quella di Amanda Knox innocenza.



Ai due come si sa è stata annullata la sentenza di assoluzione in secondo grado: il processo con l’accusa di essere stati due dei tre assassini di Meredith è da rifare. La terza persona accusata (e anche l’unica finora condannata) è l’africano Rudy Guedé. Raffaele, con anche una certa dose di evidente rabbia per una serie di accuse nei suoi e di Amanda confronti giudicate false, ricostruisce dunque le varie ipotesi accusatorie. Vengono tirati in ballo i vari testimoni dell’accusa, viene raccontato cosa fecero i due la notte dell’assassinio: Raffaele ha una casa in affitto da solo in Corso Garibaldi che è a 5 minuti circa a piedi da via della Pergola, scrive, dove Amanda abitava con altre coinquiline: Meredith, Filomena e Laura.



I due sono semplici fidanzati e Raffaele rimarca bene che la notte dell’omicidio era a casa con Amanda a fare l’amore: perché mai avrebbe dovuto andare nell’appartamento dove lei viveva con altre due persone quando aveva a disposizione una casa libera del tutto? In tali condizioni invece i due sarebbero stati visti quella notte per diverse ore a discutere animatamente in piazza (dopo l’ora presunta dell’omicidio) sotto la pioggia e al freddo: Raffaele si chiede perché avrebbero dovuto stare sotto la pioggia e al freddo avendo una casa libera a disposizione.

Ammesso che fossero a casa di Amanda a fare sesso, si chiede come sia plausibile che Rudy Guedé, uno spacciatore di droga che le ragazze avevano incontrato fugacemente una sola volta, quella sera si presentasse a casa loro con la scusa che doveva andare in bagno, come se fare ciò fosse una cosa normale, e perché mai avrebbero dovuto farlo entrare. Raffaele racconta altre incongruità, come quella di una donna che vive a circa 800 metri dalla casa del delitto, che prende anti depressivi eppure quella notte avrebbe sentito un urlo provenire dalla casa proprio nell’ora presunta del delitto. Poi l’arma presunta del delitto: nessuna traccia di sangue o dna di Meredith su di essa. Insomma, tutte accuse che non stanno in piedi. Sollecito conclude con una certa cinica ironia: “una fusione tra l’Esorcista e Arma Letale 4!!! Applauso del Pubblico … Come disse Terminator: “I’ll be back” … ed infatti dopo hanno fatto Terminator 2 …”.



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