Il 1º luglio la Chiesa Cattolica celebra la memoria di San Nicasio Camuto de Burgio, cavaliere di san Giovanni vissuto nell’undicesimo secolo, morto durante la battaglia di Hattin. San Nicasio Camuto de Burgio nacque a Palermo in una data compresa tra il 1130 e il 1140. La Sicilia, in quegli anni, era una terra in cui convivevano pacificamente la popolazione di origine cristiana e quella di origine musulmana. San Nicasio fu uno dei tanti frutti di questa pacifica convivenza: suo nonno Hammud (conosciuto anche come Achmed o Kamut) era emiro di Girgenti, l’attuale Agrigento. Quando il conte Ruggero I di Sicilia conquistò la città di Girgenti nel 1086 dopo un lungo assedio, il valoroso Hammud si ritirò con le sue truppe nella fortezza di Castrogiovanni (Enna), difendendola con energia per diversi mesi sino a che non dovette arrendersi al conquistatore Normanno.
Nel 1088, Hammud abbracciò la fede cristiana, convertendosi assieme ai suoi familiari. Il battesimo venne amministrato dal vescovo di Girgenti. Il padrino di Hammud fu il suo antico nemico Ruggero di Sicilia, che ne aveva apprezzato il grande valore nel corso degli assedi di Agrigento e di Castrogiovanni. Hammud, in omaggio al suo padrino, assunse il nome cristiano di Ruggero e venne battezzato come Ruggero Camuto. Il conte Ruggero, impressionato dal grande valore bellico di Hammud-Ruggero, scelse di affidargli come feudo il castello di Burgio e i territori circostanti, nei pressi di Mazara: in questa maniera, il sovrano guadagnava un prezioso alleato per consolidare il suo dominio.
I discendenti di Ruggero Camuto, a causa del feudo di Burgio, iniziarono ad aggiungere questa località all’interno della loro denominazione: nacquero così i Camuto de Burgio. Il figlio di Ruggero Camuto, Roberto, sposò Aldegonda d’Altavilla, nobile normanna imparentata con la famiglia reale siciliana. La coppia ebbe un matrimonio estremamente felice, e dall’unione nacquero quattro figli. Il primogenito Ruggero ereditò il castello di Burgio, venendo investito a Sciacca nel 1144. Il secondogenito, Guglielmo, entrò a far parte della cerchia dei fedelissimi del nuovo re Guglielmo II, incoronato nel 1166. Il terzogenito Ferrandino e l’ultimogenito Nicasio si dedicarono invece alla vita religiosa, prendendo i voti e divenendo membri dell’Ordine Ospedaliero dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, conosciuto oggi come Ordine di Malta.
San Nicasio, nato in seno a una famiglia profondamente devota, crebbe in un ambiente tollerante, grazie anche all’origine saracena di suo padre e a quella normanna della madre. Non appena raggiunta l’età necessaria, Ferrandino e Nicasio decisero di abbracciare l’abito di Cavalieri di San Giovanni, un ordine votato – oltre alla castità, alla povertà e all’obbedienza – anche alla difesa in armi di poveri, oppressi, afflitti e dei luoghi santi. Nel 1185, i due fratelli decisero di partire per la Terrasanta, che stava per essere sconvolta dalla violenta guerra tra i crociati e i saraceni di Saladino, che ambivano a strappare alla Cristianità il Santo Sepolcro. La predicazione del Gran Maestro dell’Ordine di San Giovanni, Ruggero Des Moulins, convinse i due a partire per la Terrasanta in difesa dei pellegrini e dei luoghi santi della Cristianità.
San Nicasio e suo fratello Ferrandino si imbarcarono per la Palestina nel 1185, partendo dal porto di Trapani con la scorta di due galere del re Guglielmo. In Terrasanta, Ferrandino e San Nicasio si dedicarono alla cura degli ammalati, all’assistenza dei pellegrini e alle operazioni militari di difesa dei luoghi santi. Nel giugno del 1187, il sultano d’Egitto Saladino decise di porre fine alla presenza dei crociati in Palestina, invadendo il piccolo lembo di territorio cristiano attaccandolo da tutti i fronti. Il dominio del Saladino infatti circondava completamente la Palestina, e da diversi anni era in atto una guerra logorante fatta di colpi di mano, scontri sporadici e reciproche violenze. Nel giugno del 1187 le forze musulmane, notevolmente superiori rispetto ai crociati, attaccarono la fortezza di Tiberiade: dopo un breve assedio, il 2 luglio il castello venne conquistato da Saladino.
I pochi cristiani scampati all’assedio, tra cui si trovava anche San Nicasio, riuscirono a scappare e a raggiungere le alture di Hattin. Due giorni dopo, le soverchianti forze di Saladino ebbero la meglio sulle deboli forze cristiane. San Nicasio, catturato come prigioniero, venne portato davanti al Saladino, interessatosi a lui a causa dei suoi lineamenti e dalla sua carnagione scura. Il sultano lo interrogò ripetutamente: quando scoprì che Nicasio era di origine saracena, Saladino gli offrì la possibilità di salvarsi e di passare al suo servizio in cambio della conversione all’Islam. San Nicasio rispose fermamente di no al Saladino che, accecato dall’ira, diede ordine di decapitarlo.
San Nicasio è stato venerato sin dal momento della sua morte. Patrono di Caccamo, San Nicasio è anche il protettore di ferrai e fabbri.