Il 13 luglio viene commemorato Sant’Enrico II, imperatore del Sacro Romano Impero. Enrico II è stato un perfetto esempio di come si regna con giustizia, integrità e moralità. La sua reggenza si colloca in un periodo di grande incertezza sia politica che ecclesiastica che vide grandi riforme e riorganizzazione dei territori. Enrico nacque in Germania a Hildesheim intorno all’anno 975 da suo padre Enrico, detto il Litigioso, Duca di Baviera,e dalla madre Gisella di Borgogna. La sua famiglia fu caratterizzata da una profonda fede: il fratello Bruno rinunciò a tutti i suoi beni materiali per intraprendere la carriera ecclesiastica divenendo in seguito vescovo di Augusta, sua sorella Brigida vestì l’abito monacale e sua sorella Gisella fu data in moglie a Stefano d’Ungheria proclamato in seguito dalla chiesa un santo. Della sua istruzione si occupò San Volfango Vescovo di Ratisbona.
Deceduto suo padre, Enrico II prese la nomina di Duca di Baviera con il nome di Enrico IV di Baviera. Nel 998 prese in moglie Cunegonda di Lussemburgo, anch’essa venerata dalla chiesa cristiana come santa. La tradizione vuole che la moglie fosse sterile, ma Enrico II decise di rinunciare ad avere un erede per il grande amore che li legava e di non ripudiarla come previsto dalla legislatura tedesca. Questo presumibilmente fu il motivo che fece nascere la leggenda che Enrico II visse il suo matrimonio in castità. Nel 1002 venne incoronato nella città di Magonza Re della Germania in seguito al decesso di suo cugino Ottone III. Divenuto Re si adoperò fin da subito per ricompattare l’unità della Germania, in quell’epoca pervasa da discordia e ribellione dei nobili vassalli.
Enrico dovette risolvere non pochi contrasti nella sua Germania tra cui la perdita della Lusazia dopo una battaglia con il Duca Cristiano Boleslao dove dovette riconoscerlo come Re del Regno della Polonia. Per il raggiungimento dei suoi obbiettivi si alleò con delle popolazioni pagane del posto consentendo loro di venerare i propri idoli e per questo venne fortemente criticato da San Bruno che in quel periodo fu predicatore presso queste genti. Queste vicende lo avevano fortemente distratto dagli avvenimenti riguardanti l’Italia, che nel frattempo riconobbe come suo Re il famoso Arduino d’Ivrea. Nel 1004 Enrico II entrò in battaglia con il neo eletto Re d’Italia e lo sconfisse. Nel 1012 venne di nuovo in Italia con sua moglie per risolvere la contesa al diritto del pontificato tra la famiglia Conti di Tuscolo e Crescenzi, facendo prevalere i primi venne eletto Papa Benedetto VIII. Il 14 Febbraio del 1014 Enrico II venne incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero dal nuovo pontefice a Roma.
Enrico Imperatore si prodigò in tutti gli anni del suo regno a conciliare le sue decisioni politiche con il volere del Papato e soprattutto a propagandare moralità e religiosità. Si dimostrò molto generoso restaurando e ampliando le chiese delle città tedesche di Hildeshein, Meersburg, Strasburgo e Magdeburgo. Nel 1006 fondò la sede vescovile di Bamberga con la costruzione di una cattedrale dedicata a San Pietro e San Giorgio e di un monastero benedettino dedicato a San Michele. In questa occasione fu contestato da alcuni vescovi delle diocesi vicine in quanto fu sottratta loro l’autorità su quelle terre. Per placare le proteste l’Imperatore, con abile strategia, si assicurò l’appoggio di Papa Benedetto VIII che nel 1020 celebrò la cerimonia di benedizione della nuova cattedrale. Nel 1021 tornò ancora in Italia per contrastare i Bizantini in Puglia e Campania. In battaglia il sovrano si ammalò gravemente e venne portato su sua richiesta a pregare sulla tomba di San Benedetto a Montecassino dove, secondo la tradizione, guarì miracolosamente.
Nel 1021 coordinò insieme Papa Benedetto VIII il Concilio di Pavia al termine del quale vennero emessi sette emendamenti contro i preti che non rispettavano l’obbligo di castità e per la protezione della totalità dei possedimenti della Chiesa. Enrico II morì a Grona vicino a Göttingen il 13 luglio 1024 e gli succedette Corrado II il Salico della dinastia di Franconia. Alla morte del marito Cunegonda vestì l’abito monacale del convento benedettino da lei fondato a Kaufungen e vi rimase per 15 anni, fino alla sua morte, conducendo una vita ascetica. Entrambi sono sepolti nella cattedrale di Bamberga. Enrico II fu canonizzato nel 1146 da Papa Eugenio III e Papa Pio X lo dichiarò Patrono degli Oblati Benedettini. Cunegonda fu canonizzata nel 1200 da Papa Innocenzo III.