Anche oggi, domenica 14 luglio, Papa Francesco celebrerà in piazza San Pietro a Roma, alle 10.30, la consueta Santa Messa sul Sagrato della Basilica Vaticana, seguita dalla preghiera dell’Angelus. L’evento verrà trasmesso in diretta streaming grazie al servizio offerto dal Centro Televisivo Vaticano. Due giorni fa, invece, è stata pubblicata la Lettera Apostolica del Santo Padre, in forma di Motu Proprio, sulle nuove leggi in materia penale e di sanzioni amministrative per lo Stato della Città del Vaticano e la Santa Sede. Come noto, il Pontefice ha stabilito l’abolizione dell’ergastolo, sostituito da una pena massima detentiva che va dai 30 ai 35 anni. “Ai nostri tempi – scrive Papa Francesco – il bene comune è sempre più minacciato dalla criminalità transnazionale e organizzata, dall’uso improprio del mercato e dell’economia, nonché dal terrorismo. È quindi necessario che la comunità internazionale adotti idonei strumenti giuridici” che “permettano di prevenire e contrastare la criminalità, favorendo la cooperazione giudiziaria internazionale in materia penale”. Come spiegato in un comunicato della Sala Stampa vaticana, il Motu Proprio ha lo scopo di estendere, dal prossimo primo settembre, l’applicazione delle leggi penali approvate di recente dalla Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano anche all’ambito della Santa Sede: viene dunque estesa anche ai membri, gli officiali e i dipendenti dei vari organismi della Curia Romana, delle Istituzioni ad essa collegate, degli enti dipendenti dalla Santa Sede e delle persone giuridiche canoniche, nonché ai legati pontifici ed al personale di ruolo diplomatico della Santa Sede. Tale estensione ha lo scopo di rendere perseguibili da parte degli organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano i reati previsti in queste leggi anche nel caso in cui il fatto fosse commesso al di fuori dei confini dello Stato stesso. Le stesse leggi hanno contenuti anche più ampi, provvedendo all’attuazione di molteplici Convenzioni internazionali, tra le quali si ricordano: le quattro Convenzioni di Ginevra del 1949 contro i crimini di guerra; la Convenzione internazionale del 1965 sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale; la Convenzione del 1984 contro la tortura ed altre pene, o trattamenti crudeli, inumani o degradanti; la Convenzione del 1989 sui diritti del fanciullo ed i suoi Protocolli facoltativi del 2000. In questo ambito – prosegue il comunicato – si segnala l’avvenuta introduzione del delitto di tortura e l’ampia definizione della categoria dei delitti contro i minori (tra i quali la vendita, la prostituzione, l’arruolamento e la violenza sessuale in loro danno; la pedopornografia; la detenzione di materiale pedopornografico; gli atti sessuali con minori). Sono state introdotte anche figure criminose relative ai delitti contro l’umanità, cui è stato dedicato un titolo a parte: si sono previste, tra l’altro, la specifica punizione di delitti come il genocidio e l’apartheid, sulla falsariga delle disposizioni dello Statuto della Corte penale internazionale del 1998; anche il titolo dei delitti contro la pubblica amministrazione è stato rivisto, in relazione alla Convenzione delle Nazioni Unite del 2003 contro la corruzione. Dal punto di vista sanzionatorio, inoltre, si è deciso di abolire la pena dell’ergastolo, sostituendola con la pena della reclusione da 30 a 35 anni.