Il 15 luglio viene commemorato San Bonaventura Cardinale e Dottore della Chiesa. Giovanni Fidanza, questo il suo nome di battesimo, nacque a Civita di Bagnoregio (provincia di Viterbo) nel 1218. L’appellativo di Buonaventura gli è stato assegnato dallo stesso San Francesco che lo guarì da una grave malattia quando era ancora un bambino e poco dopo esclamò: “Bona ventura!”. Da allora Giovanni fu chiamato da tutti Bonaventura. Questo incontro senza dubbio segnò profondamente la sua vita.
Nel 1235 si recò a Parigi, in Francia, per completare i suoi studi nella facoltà delle Arti e successivamente acquisì il grado di Magister per poter insegnare la dottrina conseguita. La sua vocazione lo indirizzò verso il convento francescano parigino dove vestì il saio francescano nel 1243 assumendo il nome di Bonaventura. Subito dopo iniziò i suoi studi di teologia all’Università di Parigi dove maturò negli anni una sua personale concezione della fede in Dio che trasmise nelle sue opere e nei suoi sermoni arrivati fino a noi. Nel 1253 Bonaventura ottenne la licenza di insegnare teologia, ma gli venne riconosciuta solo qualche anno dopo a causa delle forti disapprovazioni dei Magister parigini a riconoscere il diritto all’ insegnamento nelle Università dei membri degli Ordini dei Mendicanti e solo dopo l’intervento nel 1257 di Papa Alessandro IV.
Gli Ordini esordienti dei Mendicati, costituiti sia dai Francescani che dai Domenicani, portarono in Europa, e in questo caso in Francia, una concezione religiosa completamente nuova per quell’epoca, basata sulla castità, sulla povertà, sulla penitenza e sull’evangelizzazione e dove il loro unico sostentamento proveniva dall’elemosina dei fedeli e dal frutto del loro lavoro. A causa di queste proteste Bonaventura, che nel frattempo iniziò il suo insegnamento presso i Francescani, compose l’opera intitolata “La perfezione Evangelica”. In quest’ opera Bonaventura diede prova di come la castità, la povertà e la disciplina adottati dagli Ordini dei Mendicanti seguivano gli insegnamenti stessi del Vangelo sottolineando come questo era un arricchimento per la vocazione, la fede e per la Chiesa stessa.
Nel 1257, all’ età di 40 anni, Bonaventura venne eletto Ministro Generale dell’ Ordine Francescano e vi rimase in carica per 17 anni, fino al 1274, anno della sua morte. Bonaventura svolse il suo compito con sapienza, abnegazione e devozione portando enormi benefici in quegli anni di assetto dell’ Ordine dei Frati Minori. Basti pensare che il numero crescente di fedeli che aderì in quell’epoca all’Ordine Francescano fu talmente importante che si contarono oltre 30 mila frati in tutto l’Occidente e missionari in gran parte del Medio-Oriente e persino in Cina e in Asia. Pertanto iniziò a essere necessario rafforzare l’unione dell’intero Ordine nello spirito del messaggio del loro fondatore per evitare possibili incrinature dovute a erronee interpretazioni.
Nel 1260 il Capitolo Generale dell’Ordine dei Frati Minori, tenutosi a Narbonne (Francia), approvò e convalidò un elaborato di Bonaventura in cui vennero raccolte tutte le regole riassuntive a cui si dovevano attenere tutti i frati. Ma Bonaventura sapeva perfettamente che una raccolta di regole non sarebbe stata sufficiente a preservare l’unione dell’Ordine, ma bisognava rinvigorire il loro spirito nella condivisione delle stesse ideologie e degli stessi scopi del fondatore francescano. Ebbene pensò di comporre una documentata e fedele biografia di San Francesco dove ne racconta il vissuto, il carisma e gli insegnamenti, intitolata Legenda Maior, scritta anche in maniera sintetica intitolata Legenda Minor.
Lo scopo che si prefisse Bonaventura, scrivendo la biografia del santo fondatore dell’ Ordine, fu di indicare Cristo come centro della propria vita religiosa e spirituale come fece lo stesso San Francesco che ne ha condiviso appieno gli insegnamenti di povertà, carità e profonda fede nella Parola di Dio.
Nel 1263 la Legenda Maior venne eletta biografia ufficiale del Poverello di Assisi.
Queste ultime sue opere gli avvalsero il titolo di secondo fondatore dell’Ordine Francescano.
Nel 1273 Bonaventura venne nominato Vescovo di Albano e Cardinale da Papa Gregorio X che poi gli affidò l’organizzazione del II Concilio Ecumenico di Lione, che aveva come obiettivo la conciliazione tra la Chiesa Latina e la Chiesa Greca che in effetti venne raggiunta.
Bonaventura morì il 15 Luglio del 1274, prima della fine del II Concilio Ecumenico di Lione a cui vi si dedicò con grande zelo e impegno.
Il suo corpo venne posto in un sepolcro all’interno della Chiesa di San Francesco a Lione. Nel 1434 la sua tomba venne aperta e fu trovata la sua testa incorrotta. Il 14 aprile 1482 venne canonizzato da Papa IV e nel 1488 venne nominato Dottore della Chiesa, grazie alle molte opere teologiche e alla sua dottrina, da Papa Sisto V. Oggi delle reliquie di questo Santo, dopo la profanazione della sua tomba da parte degli Ugonotti, rimane solo il suo braccio destro che è preservato nella Cattedrale di San Nicola a Bagnoregio.