Nuova, ennesima e inaspettata (ma non troppo) svolta nel caso della scomparsa della 15enne Emanuela Orlandi e della sua coetanea Mirella Gregori, sparite da Roma – rispettivamente – il 22 giugno e il 7 maggio del 1983. Sono passati trent’anni da allora, e ancora, delle due ragazzine – che adesso avrebbero 45 anni – non c’è traccia. In molti, anzi moltissimi hanno voluto dire la loro sull’argomento, come il fotografo Marco Fassoni Accetti, che negli ultimi mesi è al centro delle indagini per le sue dichiarazioni sulla vicenda che l’hanno fatto prima apparire come superteste e poi passare alla sbarra degli imputati. L’uomo sostiene di essere stato uno dei rapitori delle due giovani, che sarebbero state attirate con un inganno per usarle come merce di scambio e far liberare Ali Agca, che il 13 maggio di due anni prima aveva attentato alla vita di Giovanni Paolo II. In più occasioni la “pista turca” era venuta a galla e lo stesso Agca aveva confermato il fatto che Mirella ed Emanuela fossero state rapite per ottenere la sua scarcerazione, ma in ogni sua dichiarazione aveva inserito elementi contraddittori, cambiando più volte la versione dei fatti. Adesso, intervistato dal settimanale “Giallo”, racconta che le ragazze sarebbero tenute nascoste in un convento di clausura del Liechtenstein. “Entrambe le ragazze furono portate via non con la forza ma con il plagio, convinte da alcuni preti e alcune suore”, dice Agca. E continua: “Questo è uno dei motivi per cui non saranno mai liberate. Sarebbe uno scandalo immenso”. Nonostante l’anno scorso si fosse detto sicuro che la Orlandi fosse in Turchia e due anni fa che vivesse in un ospedale di Londra (nel quale Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, si recò senza successo), questa volta è invece certo che lo Stato che avrebbe tenuto nascosta la ragazza sia il piccolissimo e “molto cattolico” Liechtenstein. Di Fassoni Accetti dice di non sapere nulla: “Se ha partecipato al sequestro, lo ha fatto da minuscola comparsa in un film kolossal, non è nessuno”, rivela e aggiunge: “La sua confessione è pilotata, perché allora non rivela i suoi complici?”. Forse un giorno verrà fuori la verità su questo giallo che da tre decenni tiene l’Italia con il fiato sospeso. Ali Agca ne è convinto, ma le sue nuove dichiarazioni sono ancora tutte da dimostrare. 



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