Il piccolo Francesco De Crescenzo, un bambino di soli otto anni, è morto di tumore. Un tumore che, fosse nato e vissuto altrove, non gli sarebbe probabilmente mai venuto. Il piccolo viveva infatti a Capodrise, nella cosiddetta Terra dei Fuochi. Fuochi per bruciare i rifiuti accumulati a quintali per le strada, le cui esalazioni tossiche, se respirate possono produrre effetti esiziali per l’organismo umano. L’Osservatorio Oncologico Comunale lo sa bene, e ha rilevato come in quella zona si muoia di tumore più che in qualunque alto posto in Italia. I roghi, frutto delle malversazioni derivanti dal connubio tra una politica spregiudicata e attenta solo ai propri interessi e la criminalità organizzata, non sarebbero, tuttavia, secondo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la causa dei tumori. «C’è un comitato al ministero per lo studio delle aree con maggiore criticità, ma bisogna non lasciarsi suggestionare e attenersi all’evidenza scientifica che viene da questi studi», aveva dichiarato ai campani che le chiedevano di bonificare le aree inquinate, aggiungendo che esistono altre questioni sanitarie derivanti da stili di vita. Stili di vita? Padre Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, famoso per la sua battaglia contro i roghi tossici (e per esser stato, di recente, rimproverato in maniera arrogante e sproporzionata dall’ex Prefetto De Martino perché aveva chiamato “Signora” il prefetto di Caserta) non se ne capacità: «Ministro, ma che dice? Come fa ad affermare che in Campania si muore di cancro per gli stili di vita? Come si fa a mangiare sano se i terreni sono avvelenati? A respirare aria pulita se mille roghi tossici ammorbano l’aria? A bere acqua pura se le falde sono già inquinate?», ha scritto al ministro. E, rispetto al piccolo Francesco, le ha chiesto: «Anche il suo era un errato stile di vita?»