Lo scorso 24 aprile, Danilo Restivo fu condannato in appello dal Tribunale di Salerno a 30 anni di reclusione, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e lala libertà vigilata per tre anni a fine pena, oltre che a un risarcimento di 700mila euro alla famiglia della vittima, per l’omicidio della studentessa potentina Elisa Claps, uccisa a 17 anni il 12 settembre 1993, con un verdetto che confermò la sentenza di primo grado, a poco più di mese dalla prima udienza del 20 marzo. Restivo, che in Inghilterra è già stato condannato all’ergastolo per aver assassinato, nel 2002, la sarta Heather Barnett, sua vicina di casa a Charminster, un villaggio del Dorsetnei pressi di Bournemouth nel quale si era trasferito, si è sempre professato innocente in entrambi i processi e ha persino scritto un lungo memoriale nel quale racconterebbe la sua verità, ma i magistrati della Corte d’Appello hanno comunque deciso di confermare la sentenza di primo grado condannando l’uomo al massimo della pena prevista dalla legge. In 102 pagine, i giudici hanno spiegato i motivi della conferma: Restivo sarebbe colpevole dell’omicidio della giovane Elisa, il cui corpo è stato trovato il 17 marzo del 2010 nell’intercapedine della chiesa della Trinità a Potenza, ma ci sono ancora molti punti non chiari nella vicenda e le indagini per scoprire se e chi aiutò l’assassino a nascondere il cadavere sono ancora in corso.