Le rilevazioni di un confidente della polizia hanno riportato Palermo al clima agli anni delle stragi. Cosa nostra sarebbe pronta a colpire. L’obiettivo principale sarebbe il sostituto procuratore Nino Di Matteo, tra i protagonisti del processo Mori e di quello sulla presunta trattativa Stato-Mafia. Alcuni capi mafia, in particolare del clan del Brancaccio, dopo diverse riunioni, avrebbero sollecitato un attentato. L’uomo, una fonte attiva nell’ambito degli stupefacenti e ritenuta da tempo attendibile, avrebbe rivelato persino i dettagli dell’operazione: sarebbero pronti quindici chili di esplosivo e un telecomando da utilizzare al più presto. Per il magistrato è stata disposta una difesa costituta dai migliori uomini del reparto scorte, dai carabinieri del gruppo intervento speciale, ovvero le teste di cuoio. A proteggerlo nei suoi spostamenti, sono state anche messe in campo quattro auto blindate. Evidentemente, l’allerta del confidente è stato presa in seria considerazione. In passato, l’allarme era stato fatto scattare da una lettera anonima secondo cui all’attentato sarebbe stato dato il via libera dal superlatitante Matteo Messina Denaro.