Per la seconda volta, una famiglia di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, si trova rivivere la stessa tragedia. Il 42enne Massimo Eboli, operaio, si immerge con un amico in cerca di cozze al largo ma, colto da un malore, muore sott’acqua. È il 17 luglio di quest’anno: 29 anni fa, nello stesso esatto punto, nei pressi dello scoglio di Rovigliano, trovò la morte uno dei suoi fratelli maggiori, Giacinto che, il 14 luglio dell’84, affogò dopo un’immersione. Stesso luogo, stessa morte e quasi lo stesso giorno: la famiglia di Massimo e Giacinto è incredula e il dolore per essersi vista strappare i due nello stesso modo è atroce. I figli di Anna Donadio sono dieci, due dei quali sono uccisi dal mare  che pure tanto amavano. “Mi ricordo il giorno in cui morì Giacinto come se fosse oggi”, dice Pasquale, 51 anni, un altro dei fratelli, che continua, tra le lacrime: “La nostra famiglia ha subito numerose disgrazie, ma quest’ultima è davvero difficile da mandare giù. Abbiamo rivissuto la tragedia di allora, uguale. Due fratelli, lo stesso destino. Assurdo”. Anche la signora Anna non si riesce a dare pace per l’accaduto e continua a piangere. “La ferita è sempre aperta”, aggiunge Pasquale, “immaginate cosa significhi per una madre perdere due figli annegati. Ma, pur tra le lacrime, la famiglia ha deciso di parlare della tragedia da cui è stata colpita per ricordare Massimo nella sua gentilezza e onestà. Massimo, “l’amico di tutti, il ragazzo buono che si dava sempre da fare per gli altri”.



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