Il 25 luglio viene commemorato San Giacomo il Maggiore, Apostolo e Martire. Giacomo fece parte dei 12 apostoli chiamati da Gesù ed è detto il Maggiore per distinguerlo da Giacomo di Alfeo, detto il Minore. Le notizie frammentarie della sua vita le troviamo nei quattro libri evangelici del Nuovo Testamento e in alcune opere redatte dai Dottori della Chiesa. Giacomo nacque a Betsàida, in Palestina, dal padre Zebedeo e la madre Maria Sàlome. La sua famiglia si procurava il proprio sostentamento grazie alla pesca sul lago di Tiberiade. Nel Vangelo secondo Matteo (Cap. 4,21) viene descritta brevemente la chiamata di Gesù. Il Signore chiamò sia lui che suo fratello Giovanni mentre stavano rammendando le proprie reti sulla barca assieme al padre Zebedeo. Entrambi abbandonarono tutto per seguirlo. Lo stesso lago citato è anche dove vennero chiamati altri due fratelli: Simone, che poi sarà soprannominato Pietro dallo stesso Gesù, e Andrea.



Nel Vangelo secondo Marco (Cap. 3,13) viene descritto quando Gesù istituì i Dodici Apostoli con il compito di seguirlo e mandarli a predicare con il potere di cacciare i demoni. A causa del temperamento impetuoso e impulsivo di entrambi i fratelli, Giacomo e Giovanni vennero soprannominati da Gesù “Boanerghes”, termine aramaico che significa “figli del tuono”. Il carattere impetuoso dei due fratelli viene rivelato nel Vangelo secondo Luca (Cap. 9,54). Nel Vangelo secondo Matteo (Cap. 20,20-28) si narra che la madre dei figli di Zebedeo chiese a Gesù di farli sedere uno alla sua destra e uno alla sua sinistra nel Regno dei Cieli. Gesù rispose lei che non sapeva cosa stesse chiedendo e rivolgendosi ai due fratelli chiese loro se potevano bere il calice che lui stesso di lì a poco avrebbe bevuto. Giacomo e Giovanni risposero con convinzione che potevano. Gesù confessò loro che lo avrebbero bevuto, ma concedere loro di sedere alla sua sinistra e alla sua destra non spettava a lui perché il Regno dei Cieli è governato dalla volontà del Padre che Gesù è venuto a compiere. Bere con qualcuno, significa per gli Ebrei condividere la stessa sorte e qui il calice indica l’imminente Passione di Cristo. Tutti gli altri Apostoli si indignarono per la pretesa della famiglia di Zebedeo, ma Gesù spiegò loro che lo scopo dell’Apostolato e la vita di un Apostolo sono un servizio sull’esempio del Figlio dell’uomo il quale non venne per farsi servire, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti. Per la prima volta Gesù afferma che dalla sua morte verrà la redenzione. Quest’ultimo episodio è descritto anche nel Vangelo secondo Marco (Cap. 10,35-40).



Entrambi i fratelli saranno testimoni insieme all’Apostolo Pietro di alcuni miracoli come la resurrezione della figlia di Giairo e la Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor. Sempre insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni si appartarono con Gesù durante la sua agonia al Getsemani, prima dell’arresto, dove Gesù chiese loro di restare svegli per pregare insieme. Nella Bibbia, l’ultimo accenno a Giacomo lo troviamo nel libro degli Atti (Cap. 12 2). In Palestina, il re Giulio Erode Agrippa I, figlio di Aristobulo e nipote di Erode il Grande, uomo subdolo e corrotto, prese a perseguitare i membri della Chiesa Cristiana per compiacere ai Giudei. Erode Agrippa I fece arrestare Giacomo e lo condannò alla morte per decapitazione.



Giacomo fu il primo Apostolo Martire. Nella Legenda Aurea, scritta dal Vescovo Jacopo da Varazze nel XIII secolo, viene narrato che alla morte di Giacomo i suoi fedeli seguaci portarono il suo corpo in Spagna. La tradizione vuole che Giacomo si recò in Spagna per evangelizzare e venne decapitato una volta tornato in Giudea. Nell’830 il luogo della sua sepoltura venne indicata da un angelo all’anacoreta Pelagio con la visione di luci che formavano una stella. Il vescovo Teodomiro, giunto sul posto dopo essere venuto a conoscenza della visione, scoprì le reliquie del santo. Il sarcofago conteneva il corpo e la testa mozzata e la scritta: Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé. Il luogo venne soprannominato “campo della stella” dal quale deriva l’odierna denominazione di Santiago de Compostela.

Il sepolcro divenne meta di affluenti pellegrinaggi e continua da secoli ancora oggi con il famoso Cammino di Santiago de Compostela. Qui sorge la splendida Cattedrale dedicata a questo Santo ed è uno degli itinerari più importanti del pellegrinaggio cristiano. Oltre a svariati miracoli, la tradizione riporta molte sue apparizioni nelle battaglie contro i musulmani dove prese l’appellativo di Matamoros (uccisore di Mori) portando gli spagnoli alla vittoria per la riconquista.