“Santo padre Francesco, io non ho mai riciclato denaro sporco, non ho mai rubato, ho cercato di aiutare chi chiedeva aiuto”. A scrivere, dal carcere di Regina Coeli dove si trova dal 28 giugno scorso per corruzione e truffa, è monsignore Nunzio Scarano, ex responsabile del servizio di contabilità analitica dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), che ha inviato una lettera a Jorge Bergoglio datata 20 luglio. “Chiesi aiuto al Cardinale Stanislao Dziwisz, segretario personale del Beato Giovanni Paolo II e udienza a S.E. Card. Angelo Sodano: presso l’Apsa ero l’unico prete e ben poco mi era consentito fare”, aggiunge Scarano. “La documentazione in mio possesso è prova della mia onestà e delle battaglie contro l’abuso dei miei superiori laici, coperti da alcuni cardinali”. Proprio questi cardinali, sarebbero stati “ben ricattati, usati e gestiti dai miei superiori laici”. Monsignor Scarano spiega inoltre che tutte le sue operazioni bancarie presso lo Ior “sono state sempre fatte sotto consiglio della direzione dei signori dirigenti e giammai ho abusato di cortesie o cose di altro genere. Sempre tutto secondo al legge canonica dello Ior”. “Santità – conclude Scarano rivolto a Papa Francesco – ho sempre servito la Chiesa e non mi sono mai servito di essa con animo sacerdotale e vero. Spero solo di poterle consegnare segretamente il mio plico di documenti che rafforzano fortemente il Suo grande e coraggioso operato per riordinare finalmente la triste realtà amministrativa, economica e finanziaria della Santa Sede e tutti gli abusi annessi e connessi”.



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