Il 29 luglio viene commemorata Santa Marta di Betania, sorella di Maria e Lazzaro. Di Marta si parla in vari passaggi nei Vangeli secondo Giovanni e Luca. Betania è un villaggio della Giudea distante pochi chilometri da Gerusalemme. Durante la sua predicazione nella Giudea, Gesù vi si recò in più occasioni e venne accolto nella casa di Marta divenendo una dimora a lui molto cara. Nel Vangelo secondo Luca (Cap.10, 38-42) viene narrato che Gesù, arrivato nel villaggio di Betania, ricevette ospitalità da Marta nella sua casa. Marta aveva una sorella di nome Maria che si mise ai piedi di Gesù per ascoltare la sua Parola, mentre Marta era tutta indaffarata nelle faccende di casa. Marta, non vedendo aiuto da parte della sorella Maria, si avvicinò a Gesù per chiedergli di rimproverarla in quanto l’aveva lasciata sola a servirlo. Gesù le rispose che si agitava e si preoccupava per molte cose ma solo una è la cosa migliore e Maria ha scelto quella che non le sarà tolta. Nel Vangelo secondo Giovanni (Cap.11, 1-57) viene narrata la malattia di Lazzaro. Le sorelle Marta e Maria mandarono a dire al loro Signore che il suo amico si era ammalato. Gesù disse loro che la malattia di Lazzaro non l’avrebbe portato alla morte ma che sarebbe servita per la Gloria di Dio perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato. Giovanni riferisce che Gesù voleva molto bene a Marta, sua sorella e Lazzaro e per questo decise di trattenersi per due giorni nel luogo dove si trovava dopodiché comunicò ai suoi discepoli che sarebbero dovuti tornare in Giudea. I discepoli erano preoccupati per la decisione del loro Maestro perché i Giudei avevano tentato di lapidarlo. Gesù li quietò e poi aggiunse che il loro amico Lazzaro s’era addormentato ma Lui lo avrebbe svegliato. I discepoli non compresero che Gesù parlava della morte di Lazzaro allora Gesù parlò loro in modo diretto.
Gesù arrivò a Betania assieme ai suoi discepoli dove Lazzaro era morto già da quattro giorni. Marta, avendo saputo dell’arrivo di Gesù, gli corse incontro per dirgli: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà”. Gesù le rispose che Lazzaro sarebbe resuscitato e poi aggiunse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?”. Marta rispose di sì e che in lui riconosceva il Cristo, Figlio di Dio. Gesù mandò a chiamare anche Maria che si precipitò. Maria, ripetendo le stesse parole di Marta, disse lui che Lazzaro non sarebbe morto se lui fosse stato lì. Gesù venne condotto dalle due sorelle al sepolcro di Lazzaro: una grotta chiusa da una grossa pietra che Gesù chiese di rimuovere. Marta avvisò lui che il corpo di Lazzaro era lì già da quattro giorni perciò emanava sicuramente un cattivo odore di putrefazione. Gesù disse lei: “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la Gloria di Dio?”. Rimossa la grossa pietra Gesù alzò gli occhi al Cielo e disse: “Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato, Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato”. Detto questo ordinò a Lazzaro di venire fuori e così fu. Giovanni riferisce anche che la resurrezione di Lazzaro fece decidere ai capi Giudei la morte di Gesù costringendolo a ritirarsi nella città di Efraim.
Nel Vangelo secondo Giovanni (Cap. 12) viene narrato che Gesù e i suoi discepoli tornarono nel villaggio di Betania sei giorni prima della Pasqua dove si trattenne a cena a casa di Marta, Maria e Lazzaro. Qui Marta viene sempre descritta come una donna indaffarata e attiva. Maria prese una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso per il tempo, per cospargerlo sui piedi di Gesù che poi asciugò con i suoi capelli. Saputo della presenza di Gesù alla casa di Lazzaro a Betania, una gran folla di Giudei accorse sul posto per vedere Gesù e l’uomo che ebbe resuscitato. Questa devozione non fu gradita ai Capi della Giudea che decisero anche la morte di Lazzaro. Secondo la tradizione, Marta non si sposò mai dedicando tutta la sua vita a servire il suo Signore.
Una leggenda narra che dopo la Resurrezione e l’Ascensione al Cielo di Gesù, Marta assieme ai suoi fratelli e altri discepoli arrivarono con una imbarcazione a Saintes Maries de la Mer in Provenza (Francia) dove portarono la Parola di Cristo riuscendo con successo a molte conversioni. Una leggenda del posto narra che nelle paludi fosse presente un terribile dragone, la Tarasca, che devastava i campi fertili della valle del Rodano e terrorizzava la popolazione locale. Saputo ciò, Santa Marta si recò nei boschi in cerca del mostro con dietro dell’acqua santa e quando lo vide fece il segno della croce con un rametto immerso nell’acqua e si mise a pregare. Il mostro divenne mansueto e si rimpicciolì dopo ogni preghiera fino a diventare innocuo. Marta lo portò legato nella città di Tarascona dal quale si dice abbia derivato la sua denominazione dove ancora oggi, il 29 luglio di ogni anno, si tiene una suggestiva processione in ricordo dell’accaduto e dove viene rappresentato il mostro e Santa Marta, da una fanciulla vestita di bianco intenta alla benedizione.
Un’altra leggenda narra che, mentre Santa Marta si trovava ad Avignone per la predicazione, un uomo, che si trovava dall’altra parte del fiume Rhone, si gettò nelle acque per tentare di raggiungere l’altra sponda per ascoltare le parole di Marta, ma l’uomo annegò e venne portato morto ai piedi della Santa. Marta, addolorata per l’accaduto e impressionata dalla grande fede di quest’uomo, supplicò il Signore di riportarlo alla vita come fece per suo fratello Lazzaro e così fu. Non si hanno notizie certe sull’anno della sua morte, ma sicuramente si può affermare che il suo culto si diffuse in tutta la Cristianità e nel corso degli anni sono state fondate congregazioni femminili come le suore di Santa Marta presenti in varie sedi nel mondo. Santa Marta è patrona delle domestiche, delle casalinghe, delle cognate, degli albergatori, dei cuochi, dei locandieri e degli osti.