Il 30 luglio viene commemorato San Pietro Crisologo, Vescovo di Ravenna e Dottore della Chiesa. Le notizie sul suo conto sono scarse e poche le date certe. A testimonianza del suo operato e della sua profonda fede nel Signore ci sono i suoi 180 sermoni pervenuti fino a noi. Alcune notizie sulla sua vita le troviamo nell’opera intitolata “Liber pontificalis ecclesiae Ravennatis” scritta dal presbitero e storico italiano Agnello Ravennate nell’840. Quest’opera è molto interessante dal punto di vista storico, perché raggruppa vari documenti che riportano i rapporti esistenti tra l’Arcidiocesi di Ravenna e la Chiesa di Roma. In questa opera troviamo varie biografie dei personaggi ecclesiali che hanno occupato la sede vescovile di Ravenna tra cui la biografia di San Pietro Crisologo.
Pietro nacque a Imola (Emilia Romagna) alla fine del IV secolo. Venne battezzato da San Cornelio Vescovo di Imola e venne educato e istruito alla fede cristiana dallo stesso presso la sua scuola ecclesiastica fondata a Imola. Conclusi gli studi ricevette da San Cornelio l’ordine sacerdotale. Nel 433 venne nominato Vescovo di Ravenna dal Papa Sisto III. Importante per dare un quadro completo di questo santo è riportare alcuni accenni del periodo socio-culturale che attraversò gli anni del suo episcopato. Ai tempi della sua nomina di Vescovo, Ravenna era ancora la capitale dell’Impero Romano d’Occidente che si stava avviando alla sua conclusione. Città fiorente e in continua espansione, Ravenna fece da filo conduttore tra l’Occidente e l’Oriente. Punto strategico per il commercio in tutto il Mediterraneo fu il suo porto mercantile. Numerose furono anche le costruzioni di opere architettoniche e i luoghi di culto. Nel periodo del papato di Sisto III la Chiesa fu attraversata da controversie a causa dei seguaci delle teorie nestoriane e quelle pelagiane. Papa Sisto III, grazie alla sua indole conciliante, riuscì a placare tali controversie. Difatti approvò le conclusioni del Concilio di Efeso, presieduto da Nestorio, Patriarca di Costantinopoli, dove venne discussa l’esistenza della natura umana e divina in Gesù Cristo e la denominazione della Vergine Maria come madre di Gesù uomo o come madre di Cristo uomo e divino. Uno degli obiettivi che si pose Papa Sisto fu anche quello di riappacificare il Patriarca Cirillo di Alessandria e Nestorio.
San Pietro Vescovo di Ravenna viene ricordato come un uomo dall’indole pacata e docile e con straordinaria eloquenza che gli valse la denominazione di “crisologo” che dal greco significa “dalle parole d’oro”. Uomo dalla profonda fede e santità fu il padre spirituale di molte personalità di spicco del tempo e fu anche particolarmente amato dai fedeli della sua diocesi.
Fu in ottimi rapporti anche con il successivo Papa Leone I e beneficiò del sostegno dell’Imperatrice Galla Placidia. L’archimandrita orientale Eutiche chiese invano la sua protezione, rimandandolo alla decisione di Papa Leone I, dopo che fu dichiarato eretico. Scrisse una serie di omelie, 180, improntate sui testi sacri, il mistero dell’incarnazione, le eresie di Eutiche e Ario, l’Apostolato, la Vergine Maria e San Giovanni Battista.
San Pietro Crisologo morì nella città di Imola il 31 luglio dell’anno 450. Nel 1729 Papa Benedetto XIII lo proclamò Dottore della Chiesa.