Il 4 luglio viene commemorata Sant’Elisabetta, regina del Portogallo, nota anche come Isabella di Aragona. Elisabetta nacque il 4 gennaio 1271 a Saragozza. Terza figlia del Re Pietro III di Aragona, detto il Grande, e di Costanza II di Sicilia. La sua profonda devozione al Signore e la sua generosità verso i poveri fu evidente fin da bambina. Nel 1282, all’età di appena 12 anni, per volontà dei suoi genitori, sposò il Re Dionigi del Portogallo dal quale ebbe due figli, Costanza e Alfonso IV. Pur dopo essere stata investita di tutti doveri riservati a una regina non trascurò mai la sua fede. Ogni giorno si recava nella cappella reale per recitare lunghe orazioni e per ascoltare la messa in ginocchio, oltre a osservare tre volte a settimana e nei periodi liturgici legati alla Pasqua, alla nascita di Gesù e alla venerazione della Santa Vergine Maria penitenti digiuni alimentandosi solo con acqua. I suoi digiuni furono talmente austeri che spesso i medici di corte tentarono inutilmente di dissuaderla dal praticarli. A tal proposito si narra che Dio ascoltò le suppliche di questi medici tramutando in vino una brocca contenente acqua destinata a lei.
Elisabetta fu molto attenta alle necessità del suo popolo e difatti contribuì alla costruzione di diverse chiese, monasteri e ospedali oltre a ordinarne la costruzione lei stessa. Nel convento della Trinità a Lisbona fondò il primo sacrario in onore dell’Immacolata Concezione. Inoltre si ritagliava del tempo per la lavorazione di suppellettili da donare come ornamento per le chiese meno abbienti. Straordinaria la sua generosità e la misericordia nei confronti dei più miserabili e dei più disagiati: i poveri che si recavano alla corte reale uscivano con abiti nuovi e cibo, puntualmente Elisabetta mandava provviste alimentari ai monasteri più miseri e alle popolazioni colpite dalle calamità.
Elisabetta eseguiva la lavanda dei piedi durante la liturgia di ogni giovedì santo e ogni venerdì di Pasqua a 13 donne e 13 uomini bisognosi donando poi loro vesti nuove e si racconta che alcuni di loro guarirono le loro ferite e malattie come la lebbra dopo il suo tocco. I primi anni del suo matrimonio trascorsero in armonia con il marito ed ella fu per lui un’ ottima consigliera. Ciò nonostante il re si abbandonò a poco a poco a sempre più frequenti adulteri dal quale nacquero figli illegittimi. Più che un’offesa a se stessa, Elisabetta non sopportò il comportamento immorale del marito vedendolo piuttosto come un insulto a Dio e tentò con delicatezza e comprensione di ricondurlo sulla retta via accettando finanche di educare come propri i figli illegittimi. Questo non piacque ai nobili di corte che, preoccupati dalla presenza scomoda di questi figli illegittimi e dal fatto che potevano acquistare troppo potere, accesero la fiamma del sospetto nell’erede al trono Alfonso IV che impugnò le armi organizzando un’insurrezione contro suo padre il re.
Elisabetta ne fu addolorata, pur sostenendo le ragioni del marito regnante tentò più volte di riconciliare i due rivali ma senza risultato. Allora la regina chiese il supporto del Signore intensificando le sue preghiere e le sue penitenze e nel frattempo inviò numerose lettere indirizzate a suo figlio nel tentativo di dissuaderlo dalla rivolta contro suo padre. Purtroppo alcuni diffamatori che non credettero alla buona fede della regina convinsero il re che ella era in combutta con il figlio contestatore. Pertanto il re la privò della signoria di Leiria e la relegò nel castello di Alemquer. Molti nobili le offrirono il proprio supporto, ma Elisabetta non accettò per non fomentare altri motivi di conflitto. Dopo poco il re Dionigi ammise il suo errore e riconvocò Elisabetta a corte, ma l’astio tra padre e figlio continuò.
Una prima volta Elisabetta riuscì a fermare la battaglia tra i due, a Coimbra, portandosi a cavallo in mezzo ai due raggruppamenti militari con un crocifisso. La battaglia che vide la definitiva riappacificazione tra il re Dionigi e suo figlio Alfonso IV avvenne nei pressi di Lisbona dove la santa si gettò in lacrime in mezzo alle due fazioni in sella a un cavallo. Al suo passaggio si innalzò miracolosamente una barriera luminosa che divise i due eserciti.
Nel 1325, alla morte del re Dionigi, Elisabetta donò quasi tutti i suoi averi ai poveri e ai conventi e la corona al Santuario di Compostela ed entrò a far parte del Terzo Ordine delle Francescane nel Monastero delle Clarisse di Coimbra. Continuò imperterrita nelle opere buone verso i bisognosi e si prodigò per la costruzione di altri conventi e chiese. L’anno prima di morire andò in pellegrinaggio a Santiago de Compostela compiendo il lungo viaggio a piedi. Di ritorno dal suo pellegrinaggio si recò a Estremoz per scongiurare suo figlio Alfonso, re del Portogallo, di riappacificarsi con Alfonso, re di Castiglia che nel frattempo si erano dichiarati guerra.
Elisabetta fu colta improvvisamente da una violenta febbre che la costrinse a restare a letto e comprese di essere prossima alla morte. Nonostante le sue gravi condizioni prese il Viatico in ginocchio. Durante i suoi ultimi sospiri le apparve splendente la Santa Vergine Maria insieme a Santa Chiara ed altre sante. Elisabetta morì il 4 Luglio 1336 pregando e ringraziando Maria Santissima. Il suo corpo incorrotto si trova ancora oggi nel Santuario delle Clarisse a Coimbra. Sant’Elisabetta, regina del Portogallo, venne canonizzata nel 1626 da Papa Urbano VIII.