Dopo lo scandalo dei diplomifici, è stato scoperto qualcosa di simile anche in ambito universitario. Nell’Ateneo di Messina, le prove per le facoltà a numero chiuso e gli esami dei corsi di laurea venivano influenzati da un gruppo di esponenti dell’ndrangheta locale. La Dia, nell’ambito di un’operazione denominata “Campus”, ha arrestato sei persone tra cui un docente di Statistica e Matematica del dipartimento di Scienze economiche e un ex consigliere provinciale. Le accuse sono di associazione a delinquere, voto di scambio e millantato credito. Le indagini, in particolare, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti e riprese, hanno portato alla scoperta di un’organizzazione criminale che agiva attraverso un sistema di – a seconda delle situazioni – pagamenti, pressioni e minacce. Il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, si è voluta congratulare personalmente con il capo della procura messinese, Guido Lo Forte, con i procuratori della locale direzione distrettuale antimafia e con agli uomini della Dia «per aver provveduto a togliere di mezzo un pericoloso gruppo criminale da una sede preposta alla tutela del sapere e alla formazione umana e culturale dei nostri giovani».



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