Il sindaco di Castenaso, provincia di Bologna, ha emesso un bando per mutui favorevoli sull’acquisto della prima casa, per coppie legate da vincoli affettivi ed economici, dimostrabili, ivi incluse le coppie omosessuali. Il comune di Castenaso conta circa 12mila abitanti. La percentuale di omosessuali in Italia è più o meno del 2,4%. Non tutti hanno trovato l’anima gemella, ahimè, almeno in questo sono davvero uguali agli eterosessuali. Dunque, la percentuale si abbassa. Siamo, per quanto riguarda Castenaso, anche senza tener conto di questa variabile determinante, su una trentina di persone. Ah, dimenticavo, tra i 12mila abitanti ci sono pure vecchi e bambini, da tener fuori dal computo, direi. Va bene la precocità affettiva o gli scherzi della senescenza, ma ci sono dei limiti oggettivi imposti dalla natura. Siamo a 20? Abbondiamo davvero. Dunque, il comune è tanto solerte verso i suoi cittadini da emettere un bando che fa scalpore per venti persone? Non credo.
Più probabile, visto che il sindaco è un avvocato renziano, che nel comune risiede una sorella del sindaco più famoso d’Italia, che sugli omosessuali, sappiamo, ha idee alquanto liberali e tali da raccattare consensi trasversali… probabile, dunque, che si tratti di un po’ di utile propaganda. Utile a che? Che so, a candidare il sindaco alle prossime politiche. Ad essere sufficientemente progressista, che fa curriculum. Poi dicono che i vescovi ce l’hanno su con Renzi per la storia delle coppie gay. Ma ciò che lascia perplessi, se fa fede Il Resto del carlino locale, ripreso dalla stampa nazionale, è il vincolo sine qua non specificato nel bando: basta essere sposati, matrimonio civile o religioso, oppure “autocertificare che si è legati da affetto sincero”. Il dubbio vale per tutti, omosessuali e no. Cos’è “l’affetto sincero”? L’affetto è un sentimento, cioè mutevole, personale, o è una decisione, come cita l’etimologia, un attaccamento? Se è un sentimento, una passione, una malattia, come spiega il vocabolario, può essere anche un affetto viziato, può mascherare odio, invidia, gelosia… Vabbè. Dipendenti comunali accademici della Crusca è un po’ troppo.
In ogni caso, chi può certificare la sincerità? Quanto sincero? Ci si può amare alla follia anche raccontandosi un po’ di balle; la sincerità è relativa alla concezione personale, o è oggettiva e verificabile? E se autocertifico che amo Tizio, per avere lo sconto sulla casa, e mento? Chi può contestarmi un’ improvvisa virata affettiva?
Io amavo Tizio di un affetto sincero. Poi lui/lei mi ha tradito, è fuggito con i gioielli, si è tatuato il bicipite, ha fatto un lifting orrendo, insomma, mi sono invaghito/a di Caio, non lo/la amo più. Che fa il sindaco, mi multa rialzando il mutuo?
Affetto. Anche madre e figlio possono essere legati da affetto sincero, anche se è sempre più raro. Anche zio e nipote, nonna e nipotina, anche due semplici amici, studenti, lavoratori, sacerdoti, e si eviti di pensar male, che anche questa è di moda. Che si fa, il mutuo si abbassa anche a loro? Lo spot della Regione Emilia Romagna, programma “giovani coppie”, lancia lo slogan “Accasiamoci”. Fantastico, accoppiamoci e mettiamo su casa. Attacchiamo i manifesti per il paese, che tutti sappiano quanto si è legati da affetto sincero, e nessuna malalingua possa pensare e dire male.
Nel bolognese saranno tutti integerrimi, non se le immagino sceneggiate popolane con i dichiaranti in ginocchio, braccia al petto, a gridare t’oo ‘ggiuro, c’ho n’affetto… Che fa il sindaco, sospetta? Nel bolognese avranno tutti una coscienza netta del loro cuore, che traspare dagli occhi, senza tentennamenti. E noi poveretti che ci tormentiamo di non amare abbastanza i nostri cari, i nostri amici. E poi, vuoi mettere un certificato di matrimonio e una dichiarazione spontanea che dice al paese intero: “provo per te un affetto sincero?” Il matrimonio vale molto meno. Consiglierei alle giovani coppie, comunque, di scegliere questa formula, più d’effetto, più moderna, soprattutto meno impegnativa. Sposarsi, tra uomo e donna, poi, non conviene più, non fa neanche notizia, non vale neppure, forse, lo sconto sul mutuo. Che s’aggiornino, imparino ad autocertificare il loro amore, basta la parola, e poi si vedrà.