Il 9 luglio la Chiesa Cattolica venera la memoria di Santa Veronica Giuliani, mistica marchigiana vissuta tra il XVII e il XVIII secolo. Santa Veronica Giuliani nacque nel 1660 nella località dell’entroterra pesarese di Mercatello sul Metauro. Venne battezzata con il nome di Orsola. Il padre di Orsola, Francesco, era un’importante autorità militare della città. Sin dalla più tenera età, Orsola sentì un profondo e sincero sentimento religioso, che la portò a entrare giovanissima nel monastero delle Clarisse situato presso Città di Castello (Perugia). A cinque mesi, Orsola iniziò miracolosamente a camminare per avvicinarsi a un’immagine di Cristo posta a poca distanza dal suo giaciglio. A sette mesi iniziò a parlare per ammonire un commerciante disonesto che ingannava i clienti con una bilancia truccata. All’età di sei anni perse la madre.
Nel febbraio del 1670, Orsola comunicò al padre la volontà di dedicarsi interamente al Signore. Francesco, che aveva sperato per la figlia un futuro come sposa di un nobile della corte di Piacenza – dove il padre era stato nominato soprintendente delle finanze dal duca Ranuccio Farnese – accettò serenamente la decisione dell’adorata figlia. Orsola Giuliani, dopo aver cambiato il suo nome in Veronica, entrò nel monastero delle Clarisse di Città di Castello nel luglio del 1677, all’età di diciassette anni. Le grandi doti spirituali e umane la portarono a venir nominata, nel corso degli anni, infermiera, cuoca, maestra delle novizie e infine badessa del monastero, nell’anno 1716.
Durante tutta la sua vita Santa Veronica Giuliani si dedicò alla meditazione e alla ricerca del contatto con l’Altissimo attraverso l’estasi mistica. Le fonti tramandano che Santa Veronica si sottoponeva a costanti mortificazioni fisiche e spirituali, nel tentativo di espiare parte dei peccati dell’umanità con le sue sofferenze. Il 5 aprile del 1697, trentasettenne, Santa Veronica Giuliana ricevette il dono delle stigmate, che portò per circa trent’anni sino al giorno della sua morte. La santa affrontò con coraggio e fede la durissima prova a cui venne sottoposta, continuando a fare penitenza e a pregare sino al giorno della sua morte. Il Signore la chiamò a sé nel pomeriggio di venerdì 9 luglio del 1727, dopo un’agonia di 33 giorni. Era Venerdì Santo.
Dopo la morte di Santa Veronica Giuliani, due medici di Città di Castello (G.F. Bordiga e G.F. Gentili) vennero incaricati dalle autorità religiose di effettuare un’autopsia del corpo della badessa. Il risultato dell’esame medico fu stupefacente: secondo i dottori, Santa Veronica Giuliani sarebbe morta a causa di un arresto cardiaco, provocato da un corpo invisibile che avrebbe perforato il cuore, trapassandolo da parte a parte, senza lasciare tracce.
I lunghi anni di meditazioni mistiche vennero minuziosamente registrati da Santa Veronica Giuliani nel suo diario, un’opera unica di ben 22 mila pagine scritte a mano. La popolazione di Città di Castello acclamò immediatamente dopo la sua morte Veronica Giuliani come santa, ma il processo per la santificazione richiese vari decenni, soprattutto a causa del grande volume di testimonianze manoscritte che gli esperti del Vaticano dovettero decifrare (mancavano spesso i segni di punteggiatura e in certi tratti la calligrafia risultava poco chiara per l’estasi mistica della Santa). V
Erso la fine del XVIII secolo le autorità iniziarono a riconoscere l’eroicità delle virtù di Santa Veronica Giuliani; nel mese di giugno del 1804 il pontefice Pio VII la proclamò beata. Infine, il 26 maggio del 1839, oltre un secolo dopo la sua morte, Veronica Giuliani venne proclamata santa da papa Gregorio XVI. Il cardinale Palazzi, studioso delle opere della santa, definì il suo diario una “Catechesi”.
Nel 1978, il vescovo di Città di Castello fondò un centro studi dedicato a Santa Veronica Giuliani. Due anni dopo, nel 1980, vari vescovi di Marche e Umbria inoltrarono alle autorità ecclesiastiche la richiesta di includere Santa Veronica Giuliani nel novero dei Dottori della Chiesa per la grande profondità dei suoi scritti. Nel 2010, la diocesi di Città di Castello decretò un “Anno Veronichiano”, giubileo diocesano per commemorare i 350 anni dalla nascita di Santa Veronica Giuliani. Nel contesto di questa ricorrenza, il corpo della santa venne esposto per alcuni giorni nella cattedrale cittadina.