Patrono di moltissimi comuni italiani, San Lorenzo fu diacono di Roma. Morto nel 258 nel corso delle persecuzioni messe in atto dall’imperatore romano Valeriano, è uno dei martiri più onorati dalla Santa Sede. Originario della Spagna, precisamente di Osca in Aragona, Lorenzo termina gli studi teologici a Saragozza. Proprio nella cittadina spagnola conosce uno dei maestri più apprezzati, ovvero il futuro papa Sisto II. Tra i due si crea un rapporto speciale fondato sui valori dell’amicizia e del rispetto. Come gran parte dei teologi di quell’epoca, anche San Lorenzo e papa Sisto II si trasferirono poi a Roma. Nel 257 Sisto viene eletto vescovo di Roma e attribuì a Lorenzo l’incarico di arcidiacono. Tuttavia l’editto di Valeriano emanato l’anno successivo condannò tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi. Il 10 agosto, quattro giorni dopo l’uccisione di papa Sisto II, Lorenzo viene bruciato all’età di 33 anni. Il primo che fece costruire un piccolo oratorio in suo onore fu Costantino I, ingrandito e decorato poi da Pelagio II. Dopo di lui altri grandi papi fecero edificare monumenti e basiliche in ricordo di Lorenzo.
Le vicende del martirio di Lorenzo sono narrate nella Passio Polychromì di cui sono esistenti tre redazioni. Tuttavia, il primo riferimento del 10 agosto come data del martirio risale alla Depositio martyrum, testo dell’anno 354. Una delle testimonianze particolarmente rilevanti è quella di Ambrogio nel De Officiis Ministrorum ripresa da diversi poeti cristiani come Prudenzio e Agostino d’Ippona. Nello specifico Ambrogio narra l’incontro tra Lorenzo e il Papa, poi accenna alla distribuzione dei beni della chiesa ai poveri e infine richiama la graticola, strumento di tortura. Secondo la tradizione, Lorenzo si sarebbe inoltre rifiutato di consegnare i “tesori” della Chiesa a lui affidati. Infatti, alla richiesta dell’imperatore della consegna dei beni, si presentò con dei poveri, affermando che erano quelli i tesori della Chiesa. San Lorenzo dunque si distingue per la sua pietà, misericordia, comprensione e sensibilità verso i poveri.
Si narra inoltre come all’interno della prigione Lorenzo diede conforto al compagno Lucillo che riacquistò la vista dopo il battesimo ricevuto da Lorenzo. Venne poi bruciato vivo sulla graticola poco lontano dalla prigione.