Dopo il suicidio del ragazzo romano di quattordici anni, l’associazione cattolica “Noi Siamo Chiesa”, sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica, ha scritto una lettera aperta a Papa Francesco in cui chiede “un segno forte, evangelico, di amore e accoglienza” nei confronti degli omosessuali. “Sabato scorso un nostro giovane fratello Roberto si è ucciso travolto dal silenzio, dalla emarginazione, dalla non comprensione e accettazione, dalla solitudine, dalla mancanza di qualcuno che ascoltasse e comprendesse la sua vita più grande e problematica della sua adolescenza, e la sua modalità di amore”, si legge nella lettera”. L’associazione cattolica spiega che la morte del giovane “ci ricorda la nostra dimenticanza. Ancora una volta ci siamo dimenticati. E le nostre dimenticanze diventano giorno dopo giorno assuefazione, routine, solo titoli di giornali e non più indignazione”. Per questo motivo viene chiesto a Papa Francesco “un segno forte, evangelico, di amore e accoglienza. E’ giunto il momento di aprire un dialogo vero nelle nostre chiese, nelle nostre comunità. Aprirsi a un dialogo profondo perché il suicidio di Roberto sia davvero l’ultimo. O almeno sia ultimo con il nostro silenzio complice”. “Noi siamo Chiesa” chiede “di iniziare questo cammino di ascolto, dialogo, accoglienza verso i nostri fratelli e le nostre sorelle omosessuali che vivono e soffrono l’emarginazione proprio nella comunità dei figli e delle figlie di Dio quotidianamente, perché la morte di Roberto non si vana”. A tutta la chiesa di Roma viene inoltre consigliato di chiedere perdono “nelle prossime celebrazioni comunitarie domenicale per questa morte, per il silenzio e la solitudine di Roberto perché tutti siamo responsabili di questa morte”.



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