800 mila euro lasciati in eredità alla badante di origine moldava. Questa è la causa che ha scatenato il putiferio a Lumezzane, in provincia di Brescia, a pochi mesi dalla morte del parroco della Chiesa di San Sebastiano. Don Giulio Gatteri è deceduto il 10 aprile dopo un lungo periodo di degenza, aveva 74 anni. Durante i suoi vent’anni di sacerdozio nella cittadina lombarda, il parroco aveva lasciato un segno positivo nelle coscienze dei parrocchiani grazie ad opere pie e alle sue celebrazioni. Si era reso protagonista di importanti iniziative per la comunità, come ad esempio la ristrutturazione della stessa chiesa e dell’oratorio adiacente, un punto di ritrovo giovanile importante per una cittadina delle dimensioni di Lumezzane. A gettare un’ombra sull’operato di Gratteri è stato l’attuale parroco che vuole fare chiarezza su quell’ingente somma, sotto forma di titoli bancari e conti correnti, lasciata in custodia alla badante. Il dubbio di Don Roberto Ferrazzoli è che tra questi soldi vi siano anche i beni della parrocchia o le offerte che sono state donate a vario titolo dai fedeli. Da qui la faccenda ha avuto un risvolto delicato e complesso tanto che si è deciso di portare la questione di fronte a un tribunale per accertare l’origine dei proventi; questo è successo martedì, dopo il blocco della successione e il sequestro preventivo della somma. Ascoltando le dichiarazioni di alcuni fedeli della chiesa di San Sebastiano sembra che non si voglia proprio credere alle implicazione di Don Giulio in questa curiosa faccenda: “dopo 52 anni di sacerdozio è anche possibile che sia riuscito a mettere da parte questa somma, bisogna tenere da conto che aveva ereditato case e terreni di valore non trascurabile”. Da chiarire è dunque quanto sia stato l’ammontare complessivo dei suoi averi e se il dubbio insinuato dall’attuale parroco Don Roberto Ferrazzoli sia fondato o meno. Un’altra questione non trascurabile da verificare è il motivo che ha spinto Don Giulio ad affidare tutti i suoi beni alla donna. Perché proprio lei? Rimane una nota amara tra i cittadini di Lumezzane nei confronti del loro amato sacerdote. Se da una parte c’è chi non vuole dubitare neanche per un secondo, alcuni rimpiangono l’ultima scelta del parroco che ha sconquassato gli equilibri della comunità: “resta il rimpianto perché avrebbe potuto gestirli in un’altra maniera, aiutando delle famiglie magari…non riesco a capacitarmi di questa scelta”. Per ulteriori risvolti si aspettano le perizie che verranno esaminate nell’ambito del processo nei prossimi mesi. 



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