La sua morte aveva colpito tutti: Elia, un bimbo di soli otto mesi, era deceduto mentre si trovava a passare la notte con la famiglia in un rifugio sulle montagne valdostane. Le polemiche si erano aperte subito: c’è chi aveva incolpato i genitori per aver portato un bimbo così piccolo in alta quota (3mila metri, nel rifugio degli Angeli in Valgrisenche) mentre la famiglia si difendeva spiegando di aver usato tutte le accortezze possibili del caso. La famiglia infatti si trovava ad alta quota già da una settimana, un tempo ritenuto sufficiente per abituare l’organismo. Inizialmente erano stati a quota 1600 metri per poi raggiungere quota 3mila. Adesso l’autopsia rivela il vero motivo della morte: morte in culla detta anche morte bianca, come purtroppo ne succedono anche in città a volte, quando il neonato rimane soffocato per essersi addormentato in una posizione che non gli permette di respirare. C’è però da valutare il fatto che il piccolo dormiva in un sacco a pelo. La stessa madre ha dato la colpa a questo: se lo avessi avvolto in una coperta, ha detto la donna, non sarebbe rimasto soffocato. Una tragedia che rimane tale, anche con i risultati dell’autopsia. 



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