Il Medioevo tutt’oggi è per definizione comune l’età dell’oscurantismo, delle barbarie, dello sfruttamento dei poveri da parte dei ricchi signori feudali. Definizioni che si trovano anche nei libri di scuola, cancellando l’evidenza di un periodo certamente difficile e spesso violento, ma che portò l’Europa fuori proprio dalla barbarie in cui era finita con la caduta dell’impero romano. Artefici di ciò furono i cristiani, grazie ai monasteri soprattutto che rilanciarono l’economia, la coltivazione delle terre, la cultura. Chi da sempre combatte il cristianesimo ovviamente tende invece a dire che fu l’epoca dell’ignoranza e dello sfruttamento. In questo senso con un articolo su La Stampa, lo storico Alessandro Barbero fa piazza pulita di uno dei miti maggiormente applicati al Medioevo, quello del cosiddetto ius primae noctis. Era, secondo quanto si legge nei libri di storia, il diritto che avevano i signori feudali di passare la prima notte di nozze con le donne del proprio feudo che si sposavano, un modo per imporre in modo brutale il proprio dominio. Dice invece Barbero che nel medioevo non si trova traccia alcuna di questo diritto feudale, nessuno ne parla. Se ne comincia invece a parlare solo nel cinquecento, quando il feudalesimo è ormai una realtà superata e a farlo sono i primi propugnatori del futuro illuminismo. Dice Barbero nel suo articolo: “Lo ius primae noctis, insomma, è lo stigma dell’altro. Non esiste nessuna testimonianza di qualcuno che affermi di vivere in una società in cui quell’usanza è praticata, e di trovarla normale. Tutti quelli che ne parlano, dalla fine del Medioevo in poi, la associano a un’alterità barbarica, all’esotismo dei nuovi mondi, o a quell’altro esotismo, di gran fascino, che è l’esotismo del passato” .Dice ancora lo storico che proprio per questo è difficile liberarsi da queste leggende: “Non importa se da cent’anni nessuno storico serio le ripete più, e se grandi studiosi come Jacques Le Goff hanno insistito tutta la vita a parlare della luce del Medioevo. Nel nostro immaginario è troppo forte il piacere di credere che in passato c’è stata un’epoca tenebrosa, ma che noi ne siamo usciti, e siamo migliori di quelli che vivevano allora”.



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