Caro direttore,
leggo la notizia su una testata nazionale: papa Francesco chiama al telefono una ragazza argentina vittima di stupro. La ragazza è stata violentata da un poliziotto, ha scritto una lettera al papa e fra le centinaia che arrivano ogni giorno in Vaticano, questi è stato colpito dal suo contenuto e le ha telefonato. Non è nemmeno la prima volta che fa una cosa del genere, già altre volte negli ultimi tempi ho letto notizie di Francesco che si avvicina ai suoi fedeli, cerca un contatto concreto che vada ben oltre il suo ruolo istituzionale, che torni al cuore delle persone. Non sono credente, ma già da un po’ mi sono fatto l’idea che c’è una piccola rivoluzione in atto nella Chiesa, perlomeno un fermento che manca nella vita politica. Puoi apprezzare o no la cosa, ma non puoi negarlo.
Leggo la notizia, un pezzo di colore come tanti, senza particolare slancio. Vado fino in fondo però, e come già altre volte, più della stessa mi stupiscono i commenti dei lettori, il nuovo pubblico della Sinistra giovane e arrabbiata, che fa a gara a chi dice la cosa più sarcastica o cattiva possibile contro il papa e quel suo gesto. Mi irrita qualcosa di questi commenti. Tutti, o quasi, partono da una premessa di fondo, secondo la quale il papa è in malafede e non gliene frega nulla della ragazza. Il suo sarebbe solo un tentativo di farsi pubblicità e meglio farebbe, invece di spendere soldi in interurbane, a occuparsi di problemi seri e prendere finalmente una posizione in merito ai gay.
Il punto è che, nella loro ansia di colpire lui, anche loro rivelano una totale indifferenza verso la ragazza. Lo chiamano spirito critico, ma alla fin fine, fra giusti e corrotti, di questa poveretta violentata da un poliziotto e che ha chiesto conforto a Francesco con una lettera, pare non importare proprio niente a nessuno. Lei non conta nulla, è solo un ingranaggio nel meccanismo mediatico che non risparmia nessuno, in cui vince chi ha l’ultima parola, la battuta più intelligente.
Ed è questo a infastidirmi, non tanto per il papa, che in buona o cattiva coscienza almeno la cornetta l’ha sollevata. Mi irrita perché il nuovo pubblico della Sinistra – che poi chiede a gran voce prese di posizione forti per i gay o l’aborto, ma in nome di chi? – si rivela in tutto e per tutto quello che è: cinico, furbo e non poco stronzo verso il prossimo, il che personalmente me lo fa sentire lontano. Ho sempre pensato che l’essenza del socialismo fosse la fratellanza, l’amicizia. Invece più vado a Sinistra e più mi sento solo. C’è qualcosa che non va.
(Antonio Lillo)