Cara vecchia burocrazia all’italiana, così lenta e difficile da interpretare ma allo stesso tempo così precisa e puntuale quando si tratta di riscuotere. Queste parole cascano a fagiolo per descrivere la situazione assurda nella quale si è ritrovato coinvolto un viticoltore della provincia di Rovigo per aver omesso il pagamento di un centesimo all’INPS. Luciano Giaretta rimane sbalordito di fronte alla cartella esattoriale ricevuta dalla società incaricata della riscossione, ma alla fine decide di versare nelle casse pubbliche la cifra richiesta. La questione in ballo risale a 4 anni fa quando Giarretta, in qualità di datore di lavoro di un’azienda agricola, versa all’INPS i contributi unificati per sé e per i suoi dipendenti. L’ammontare complessivo della cifra era di 3.363,01 euro e perciò decide deliberatamente di chiudere un occhio su quel fastidioso 0,01 e arrotondare la somma dovuta. Oggi a 4 anni di distanza del mancato pagamento di un centesimo, arriva un avviso che invita l’agricolture a colmare la differenza dovuta. Per aver chiarimenti in merito Giarretta si reca all’ente provvidenziale e poi da Equitalia per far luce sull’equivoco e, quando tutto sembra risolto, arriva una lettera che porta la firma del direttore dell’INPS di Rovigo in cui viene reso noto che il contribuente ha commesso un’infrazione. Il mancato pagamento di un centesimo corrisponde a una sanzione di euro 55,28.



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