Prendete la strada per la Val Sesia, meta conosciuta per gli appassionati di Rafting e andate su fino a Rima, un piccolo paese sotto il Monte Rosa. Andateci perché oggi c’è un gioiello, il Laida Weg Experience hotel, ovvero un albergo che hanno inaugurato il 30 giugno, dopo 8 anni di lavoro e 13 milioni di investimento. L’iniziativa è stata di un costruttore milanese, Flavio Tognon, che ha voluto regalare un’attrattiva al paese, ma anche alla moglie Elena Gaboardi e ai suoi tre figli Camilla, Alberto e Francesco. E alla fine la moglie ha deciso di abitarci tutto l’anno. Non l’aveva messo in conto, quando nel 1985 prese una villetta in questa frazioncina; oggi ne è stata conquistata. “Non credo che ci guadagnerò – dice Tognon – anche perché oggi l’edilizia è in crisi e anche il turismo. Però è proprio nei momenti come questi che si deve lasciare qualcosa, si deve scommettere”. Insomma un’altra storia che ha a che fare con quel “principio di restituzione”, per cui un imprenditore decide di andare in controtendenza e offre occupazione e orgoglio a un’area turistica fantastica. Così le maestranze arrivano dalla scuola alberghiera di Varallo Sesia (una delle più serie che abbia conosciuto, grazie all’opera del professor Orsi) e il giovane chef proviene dall’Alma di Colorno. Tutta la struttura, che ha 20 bellissime camere, una Spa attrezzatissima provvista di sauna, bagno turco, idromassaggio e percorso kneipp, oltre a un lounge bar e a un ristorante è costruita secondo i criteri dell’ecocompatibilità. E i termocamini vanno a riscaldare tutte le tubature che partono da una caldaia alimentata con legno riciclato. Geniale. Poi Tognon si è ispirato ai locali della Scozia, creando un parallelo con la cultura Walser della zona, che ricorre nel pub interno “Der Ormu Sura”, specializzato in whisky accuratamente selezionati da esperti, tutti affinati in botti di legno per lungo tempo e a tutti gli effetti una specialità imperdibile. Anche il cibo non è da meno, con il ristorante “Ds verloque tol”. Qui la cucina, col giovane Damiano Miano, di origine pugliese, spazia dai piatti locali ai menu venai e gluten free.



Tra i nostri assaggi: tartare di salmone selvaggio, flan di verdure scottate con fonduta e parfait di piselli, risotto al blu di Castelmagno, fiori di zucca con riduzione di whisky, oppure la zuppa di cipolle con crostone alla toma di Rima e i tagliolini al nero di seppia con scampi. C’è anche la rana pescatrice avvolta in zucchine e concassè di pomodoro su crema di latte, la suprema di faraona e il camoscio al whisky. Si chiude con la bavarese al pistacchio con cioccolato bianco su biscottino alla nocciola. Per bere, avrete il meglio, con etichette che annoverano Gaja, Soldera e Marchese Incisa della Rocchetta. E tutto questo in controtendenza, visto che nel giro di poco tempo hanno chiuso tre ristoranti radiosi in Val Sesia (Lo Scoiattolo di Carcoforo, Il Belvedere di Varallo Sesia e l’Osteria del Borgo a Borgosesia). Ma non è finita, perché se andate a Fobello, in Val Mastallone, dove lavora il più bravo panettiere d’Italia, Eugenio Pol detto Vulaiga, ha riaperto anche l’Albergo della Posta (tel. 026355914), con una cucina radiosa e una ristrutturazione elegante, mentre la moglie di Pol, con un’amica, ha creato un laboratorio di confetture strepitose (Cà di Mori) che già svettano nella miglior boutique del gusto della valle, il raviolifico Bertoli a Varallo Sesia. Bisogna partire: una nuova Val Sesia è li ad aspettarvi.

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