Ordunque, nella democratica e civilissima Gran Bretagna, un signore maturo ha un rapporto sessuale con una tredicenne. Scoperto, gli trovano pure in casa materiale pedopornografico da habitué. Il tribunale si Snaresbrook, zona est di Londra, l’ha condannato a soli otto mesi di carcere, con sospensione della pena e conseguente libertà. Perché? Perché la ragazzina evidentemente “aveva un atteggiamento predatorio, e una certa esperienza sessuale”, tali da “obbligare di fatto il sig.Wilson”, che l’aveva ricevuta in casa, ad eseguire l’atto, “nonostante fosse più forte e più grande di lei”. Che si toglie la divisa della scuola e provocatoriamente gli impone di fare sesso orale. Va bene, le varie associazioni delle vittime, di prevenzione degli abusi sui minori, giustamente polemizzano, e il caso verrà rivisto, con probabili aumentata severità della sentenza. Giusto.
La vicenda rimbalza sulla nostra stampa che si affretta a commenti indignati e scandalizzate meditazioni sulle violenze sessuali alle donne. Va tutto bene, anche se in fatto di giustizia non abbiamo da insegnare niente a nessuno, direi. Il signor Wilson deve’essere condannato e possibilmente recluso, se non in galera in una comunità per malati di mente, perché la società, e la società più debole e indifesa, ha il diritto di essere protetta da un maniaco. Uno che tiene in casa materiale pedopornografico è un maniaco. E’ pericoloso, almeno potenzialmente, anche se i paladini della libertà a tutti i costi ci hanno provato, a depenalizzare la pedofilia. Nella tollerante e laica Olanda, ad esempio. Filia, una parola così carina, in fondo vuol dire amicizia. Attenzione, perché se sono libero di fare quel che mi pare è difficile perseguirmi penalmente…o scandalizzarsi perché ad esempio, a tredici anni, decido di spogliarmi per irretire un quarantenne. Ma se il buon senso supera ancora il relativismo imperante, il signor Wilson deve andare in galera, e i parrucconi che l’hanno assolto dovrebbero essere obbligati a cambiare mestiere. Saranno difesi dalla casta, anche lì?
Mi concentro però sulla vittima. Vittima di una probabile famiglia disastrata, di una mancanza di educazione ( non alle buone maniere o alla morale, ma al significato da dare alla vita, alla ricerca della felicità). Una vittima di adulti assenti o incapaci, genitori e insegnanti, e certo di amici sbagliati, non veri. Abbiamo letto le rivelazioni di ragazzine adunate in banda, nel sempre esemplare Regno Unito, rivali dei coetanei maschi, in volgarità e violenza. Le bad girls, le chiamano. Cattivissime, fanatiche, pericolose. Non giocano affatto. Sono delle piccole delinquenti, e certo che fanno pena, ma questo non toglie nulla al loro agire. Provate a farvi taglieggiare o rigare la macchina da loro, poi vediamo la pena dove va a finire. Che cosa ci dicono?Che anche a tredici, quattordici anni si può scegliere e fare il male, e questo è il mistero della libertà, tocca accettarlo, e per fortuna, o saremmo tutti quanti manichini penzolanti da fili eterodiretti. Suona brutto pensare che un uomo o una donna appena adolescente possa desiderare e compiere il male. Ma capita, non di rado. Allora, incriminiamo i minori? Per carità. Se sono pericolosi, li teniamo d’occhio in modo stringente, li mettiamo in condizioni di non nuocere, a sé e agli altri.
Li accompagniamo, li seguiamo, li aiutiamo a tirar fuori il meglio di sé, e per questo le condizioni di vita, la presenza di adulti responsabili e maestri, degli interessi, la possibilità per esprimere le proprie capacità, vedi studio per chi vuole ed è bravo, vedi avviamento al lavoro, tutto questo conta, eccome. Conta pure che la società in cui viviamo la smetta di propagandare la filosofia del tutto subito e al massimo, la positiva brama di bruciare esperienze, un’idea di sessualità che è puro consumo e istinto. L’istinto c’è a partire dalla pubertà, perché mai toccherebbe aspettare? Contano medici, psicologi, educatori, che cerchino i ragazzi per strada, sui banchi di scuola, li sappiano guardare, intuendo il disagio o il dolore, che sempre, sempre sono spia di ingiustizie subite, di solitudine, e presagio di mali compiuti.
I giudici londinesi siano più severi con il sig.Wilson. Ma non compiano, loro, egli organi di stampa, l’errore di compatire la tredicenne lolita. Il fatto che una bambina si svesta davanti a un uomo e gli chieda di fare sesso esplicito, consentendo l’atto sessuale, non è normale. Perché l’ha fatto, se si esclude l’insanità mentale? Per sentirsi una mangiauomini e poter raccontare la storia alle compagne? Per soldi? E’ possibile, ed è terribile che lo sia. Allora non è stato uno stupro, fisico. Ma peggiore, uno stupro dell’anima. Perché qualsiasi adulto che non sia un pazzo o criminale avrebbe dovuto prenderla a calci nel sedere e avvisare immediatamente i genitori, ammesso che fossero abili a fare i genitori, e i sevizi sociali.
Perchè quella ragazza è una vittima, sì, ma non solo e non soprattutto di quell’uomo che a avuto un rapporto sessuale con lei. Di chissà quanti uomini, degli uomini e donne che non le hanno fatto vivere l’infanzia e i primi tempi della sua adolescenza. Di una società che sa solo gridare allo scandalo ma poi gira la testa. Sono gli stessi che chiedono la libertà di aborto per le minorenni, senza consenso dei genitori…in quel caso, nessuna violenza? Gli stessi che ritengono normale infilare i preservativi nella borsetta delle figliole, o riservare la camera matrimoniale ai figli che invitano a casa le fidanzate.
Quella ragazzina, con la sua impudenza, schiaffeggia tutto il mondo che l’ha cresciuta e la circonda. Guardatemi, ecco come sono. Non siate ipocriti. Io mi sento libera così. Non è vero, ma tocca dirlo, no? Ogni parte del corpo è mia e la uso come mi pare, tutte le dive raccontano della loro prima volta alla mia stessa età, e ricevono applausi, tutti i ragazzi che incontro mi chiedono apertamente o in modo subdolo una cosa sola…E cosa dovrei fare perché qualcuno si accorga di me?