Il santo di oggi, 1° settembre, è Sant’Egidio Abate, in francese Gilles. Il nome Egidio deriva dal greco e significa “figlio di Egeo, nato sull’Egeo”. L’abate Egidio è vissuto, molto probabilmente, nel VI secolo, anche se non ve ne è certezza, al punto che gli storici non sono riusciti a identificarlo in maniera inequivocabile e datano la sua vita tra l’inizio del VI secolo e il 740. In ogni caso, la sua morte, avvenuta in un anno imprecisato il 1 settembre, ha dato inizio al culto ufficiale nei confronti di questo Santo, che già in vita era venerato per il suo potere taumaturgico, per i molti miracoli, soprattutto nella guarigione dalle malattie legate alle febbri alte e associate a delirio. A lui si deve la fondazione dell’Abbazia a Saint Gilles du Gard, nella Camargue, meta da secoli di pellegrinaggi. Soprattutto in Francia, Belgio, Olanda e in Italia sono state costruite molte chiese dedicate a Sant’Egidio e, solo in Italia, sono circa cinquanta. Sant’Egidio è venerato come uno dei quattordici Santi Ausiliatori, ovvero i Santi che vengono invocati in caso di malattie particolari molto gravi e, nel caso di Sant’Egidio, egli viene invocato per situazioni di pazzia, di malattie mentali considerate inguaribili e di “mal caduco”, ovvero l’epilessia. Inoltre, è venerato come protettore dei lebbrosi, degli storpi e dei tessitori ed è patrono, in Italia, dei Comuni di Cavezzo, Cellere, Tolfa, Linguaglossa, Sant’Egidio del Monte Albino, Sant’Egidio alla Vibrata, Latronico, Sommati, Orte, Vaiano, Staffolo, Caprarola, Rocca di Cave e della meravigliosa Scanno.?La leggenda racconta che Egidio, arrivato da Atene in Gallia si ritirò a vivere come un eremita in una zona deserta della Linguadoca, avendo come compagnia solo una cerva, inviatagli da Dio, e cibandosi grazie al latte dell’animale. Durante una battuta di caccia, il re dei Goti scaglio una freccia per uccidere la cerva ma colpì Egidio e la cerva si salvò. Egidio, ferito a una gamba, ottenne in dono dal re dei Goti delle terre, come risarcimento per la ferita, e fu proprio su tali terre che fondò l’Abbazia. Ancora, la leggenda narra che Egidio fu invitato da un sovrano merovingio (non v’è certezza sul fatto che si tratti di Carlo Martello o di Carlo Magno) a corte: il sovrano voleva che l’Abate pregasse per lui per ottenere il perdono per un peccato talmente grave da essere inconfessabile.
Durante la celebrazione della Messa la domenica seguente, un angelo deposito sull’altare davanti a Egidio un biglietto, sul quale era scritto in cosa consisteva il peccato del sovrano, che così venne perdonato. Tale episodio è raffigurato nella cattedrale di Chartres in due vetrate e in una parte scolpita del portale. Morì di ritorno da Roma, dopo essersi recato dal Papa a porre il suo monastero sotto la protezione papale. Le sue reliquie sono conservate in diverse chiese, ma per la maggior parte i suoi resti mortali sono custoditi a Tolosa nella chiesa di St. Germain.