Lucia Annibali ha quasi 36 anni, e non li avrebbe mai immaginati così. Con il volto sfregiato dall’acido che le ha fatto gettare in faccia il suo ex fidanzato, dopo la persecuzione per essere stato lasciato, culminata nell’aggressione infame, codarda, perché non ne ha avuto il coraggio di cancellare quel volto così morbosamente amato. Ha cercato, addestrato, pagato due esecutori. Non voleva macchiare il suo curriculum di brillante avvocato, non voleva sporcarsi le mani, essere riconosciuto. La violenza sa essere vile. Anche Lucia è avvocato, e non si interroga su quell’amore sbagliato. Non vuol neppure più sentire il suo nome. Vuole dedicare il suo impegno e la sua passione civile alle donne come lei, distrutte nel corpo e nell’anima.



Scrive una lettera aperta, dopo 5 mesi e sette interventi chirurgici. Dopo il dolore, terribile, dopo la paura, anche di perdere la vista, dopo lo sconforto, la voglia di morire. Dopo i tanti perché senza risposta, ricordando un uomo a cui aveva dato tanto, troppo. Mostra il suo volto, vincendo la vergogna e la sua stessa repulsione, cosciente che lei è, vive, e ha testa e mani per scrivere una lettera bellissima, che regala audacia, determinazione, forza. Soprattutto, contro ogni speranza, offre speranza. Per sperare, diceva Péguy, bisogna aver ricevuto una grande grazia. E Lucia sa bene che l’esserci, oggi, ancor più se stessa di prima, pur tumefatta da operazioni e cicatrici, è una grazia. Ogni vita lo è, e a quella delle donne più s’addice questa parola dolcissima, che non a caso rammenta attributi di principesse da fiaba, e la purezza della Vergine Maria. Grazia. Ricevuta, da ridonare. Una donna è tale se riversa la grazia di cui è ornata. Da mettere in mostra, con riverenza e pudore, per indicare la Bellezza, e ammorbidire i cuori. Non sbagliava Dante a vedere in Beatrice un miracolo quotidiano, a seguire in Lei i segni di un’elezione. La grazia di una donna è da riversare sui figli, carnali e non. E’ pietosa, tenera, ma salda e capace di guardare oltre, sempre. Questa grazia Lucia non l’ha persa, anche se ha perso la sua bellezza, per adesso. Conta eccome, la bellezza, le donne si considerano e si giudicano solo sulla bellezza. Non quella del cuore, ma quella fisica, che pungola l’istinto e il possesso. Ci vogliono, ci scelgono come al mercato, ci vedono così. Troppi uomini non chiedono che di usarla, di sfoggiarla, questa bellezza, per poi gettarla via al primo sfiorire.



Incapaci di comprendere la grazia, pretendono dedizione totale, cioè sottomissione. Basta un no per scatenare l’odio, la furia, che non a caso si sfoga sovente proprio sui corpi tanto desiderati. Ragazze che vi affacciate sorridendo ad una vita adulta, che provate i sospiri e il luccichio del primo amore, non lasciatevi guardare così. Non cercate di sedurre, ma di mostrare intera la bellezza. Non ingannatevi, l’amore che vuole e impone tutto non è amore. L’amore che non sa fare un passo indietro non è amore.

L’amore che soffoca e chiude non è amore. Non piegatevi per essere riconosciute,per essere oggetti di passione, non concedete mai con facilità voi stesse, se non è per sempre, e per un bene carico di stupore e rispetto. Un passo indietro, sempre, davanti alla grazia che dallo sguardo, dal portamento, dal carattere intenerisce e cattura i cuori grandi, Di quelli piccini non curatevi. Neppure se si mascherano coi ricatti cui le donne sono più sensibili. Non vivo più senza di te. Menzogna. Chi vive solo per te non è te che cerca. Chi vive solo pe te oggi ti dimenticherà presto domani. Troppe donne soffrono la violenza, e quella segreta non è meno crudele. Troppe vittime di padri, amanti, mariti, presunti innamorati. Non c’è legge che salvi, perché la legge ci mette troppo tempo a cambiare le menti, e non preserva dalla follia. Solo l’educazione lo può. Lamentiamo con ragione le croci e le lacrime che la cronaca quotidianamente ci racconta, pensando che no, a noi non potrà mai capitare. Dimenticando che in mezzo mondo le donne non contano, non possono, non hanno volere né sogni, subiscono la violenza più intima con rassegnazione, nascondendo le cicatrici sotto veli e la durezza del vivere. Non siamo diversi, in questo occidente saturo di inutilità che fa di ogni desiderio un diritto e di ogni impulso una libertà dovuta. Guardatevi ragazze, da uomini che non sanno guardarvi da lontano, e amare in voi la grazia.