Massimo Introvigne, sul sito Bussola Quotidiana, ha scritto oggi un lungo articolo il cui spunto è quella che per lo studioso è una manipolazione di Repubblica. La manipolazione sta nel titolo inventato dato che la lettera di Francesco, come ogni lettera, non aveva alcun titolo. Quello che era stato usato inizialmente, dice Introvigne, era però un titolo fuorviante studiato appositamente: «La verità non è mai assoluta». A seguire, la firma del papa, un gesto dice lo studioso, fatto per far apparire il papa come uno dei relativisti tanto cari a Repubblica. Purtroppo, dice Introvigne, molti lettori leggono solo i titoli; chi ha letto tuta la lettera invece si sarà accorto che non c’è traccia di quella frase nel suo contenuto. Dentro invece la risposta che il Pontefice dà alla domanda di Scalfari («se il pensiero secondo il quale non esiste alcun assoluto e quindi neppure una verità assoluta, ma solo una serie di verità relative e soggettive, sia un errore o un peccato») è questa, come riporta Introvigne: «per cominciare, io non parlerei, nemmeno per chi crede, di verità “assoluta”, nel senso che assoluto è ciò che è slegato, ciò che è privo di ogni relazione». Per il cristiano invece «la verità è una relazione»: «non ha detto forse Gesù stesso: “Io sono la via, la verità e la vita”?». Attenzione, però, precisa subito Papa Francesco: «Ciò non significa che la verità sia variabile e soggettiva, tutt’altro. Ma significa che essa si dà a noi sempre è solo come un cammino e una vita».