“Ho appena telefonato a Franco Gabrielli al Giglio. Gli ho detto che tutti coloro che stanno lavorando lì sono un grande orgoglio italiano”. Lo ha scritto il premier Enrico Letta oggi su Twitter. “Mi ha telefonato Letta – ha confermato successivamente Gabrielli – che tramite me ringrazia quelli che hanno operato e si dice orgogliosamente soddisfatto per un’opera che ha visto la squadra Italia protagonista”. Gabrielli, che incontrerà il presidente del Consiglio questo pomeriggio a Roma, ha voluto ringraziare tutti gli addetti ai lavori, le istituzioni che hanno partecipato all’operazione e anche Costa Crociere per “la serietà, la solidità, il rispetto degli impegni di spesa previsti dal progetto e del surplus di spesa” che si è reso necessario. A proposito ha parlato Michael Thamm, amministratore delegato della compagnia, secondo cui “il meraviglioso ambiente di quest’isola tornerà a essere esattamente com’era prima dell’incidente. I 600 milioni di euro spesi finora sono destinati a salire e, anche se la nostra assicurazione non coprirà l’intero ammontare, non ci sono dubbi: noi pagheremo qualunque sia la cifra”.



“La Costa Concordia è di nuovo in asse. Le operazioni di rotazione della nave sono completate”. Lo ha annunciato questa notte in conferenza stampa il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, le cui parole sono state accompagnate da un lungo applauso. Ovviamente tutti molto soddisfatti gli addetti ai lavori: “Penso che meglio di così non potesse andare”, ha commentato il responsabile del progetto per la Costa, Franco Porcellacchia. “Mi vado a fare una birra e vado a dormire. Mando un bacio a mia moglie”, ha invece detto Nick Sloan, il direttore delle operazioni di rotazione. I lavori sono terminati intorno alle 4 del mattino senza complicazioni, compresa la temuta “bomba ecologica” che invece non è esplosa. Verso la fine delle operazioni, infatti, è stato lo stesso Gabrielli a comunicare l’assenza di sversamenti nelle acque del Giglio. Con la nave raddrizzata, a breve verranno avviati alcuni lavori di ristrutturazione per permettere nuovamente il galleggiamento, dopo di che la Concordia potrà lasciare l’Isola del Giglio (cosa che avverrà a primavera). Un pensiero va anche ai corpi ancora non ritrovati dopo il disastro, quelli di Maria Grazia Trecarichi e Russel Rebello: “Quello dei dispersi resta un grande incompiuto: sarà difficile e complicato raggiungerli, i corridoi sono tornati corridoi, ma ci sono aree in cui è ancora difficile arrivare. Appena ci diranno che sarà possibile farlo, ci metteremo a lavoro per cercarli”, ha aggiunto Gabrielli.



Ci vorrà probabilmente più tempo per concludere l’operazione di rotazione del relitto della Costa Concordia, ma gli addetti ai lavori sono comunque soddisfatti di come si sta procedendo: “Pensavamo che ci volessero 12 ore, ma se anche ne servono 15 o 18 l’obiettivo è fare bene”, ha detto il responsabile del progetto per la Costa Crociere, Franco Porcellacchia. “Non abbiamo evidenza di sversamenti in mare. Meglio di così non potrebbe andare”, ha aggiunto. Anche il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ha confermato che si “andrà avanti a oltranza tutta la notte”, mentre secondo Sergio Girotto, responsabile della procedura per la Micoperi, il relitto sarà in piedi verso l’alba. Da questa sera, però, è previsto un deciso peggioramento delle condizioni meteo a causa di una perturbazione che tornerà ad interessare gran parte della Penisola: “E’ un’operazione che, pur essendo delicata, non è fortemente influenzata dalle condizioni meteo-marine”, ha detto ancora Girotto, quindi “fino a 1,5 metri d’onda e 20 nodi di vento sono accettabili”. Al momento la nave è stata spostata di 10 gradi, ma solo quando la rotazione arriverà a 20 gradi finirà la prima fase dei lavori, quella più critica in cui è necessario usare i martinetti idraulici.



Proseguono le operazioni di rotazione del relitto della Costa Concordia. La nave, la cui fiancata è stata sollevata di qualche metro, poggia adesso su quello che in gergo viene chiamato “ginocchio”, cioè lo spigolo della chiglia. Il progetto di “parbuckling” ha preso il via alle 9 di questa mattina, ma solo verso mezzogiorno la Concordia si è staccata dalle rocce del Giglio in cui era incagliata. Il responsabile del progetto per Micoperi, Sergio Girotto, ha fatto sapere che al momento sono stati raggiunti i dieci gradi di rotazione: “La parte laterale è completamente staccata dalla rocce. Ora rimane altrettanta strada da fare”, ha aggiunto. Confermando che l’intera operazione durerà circa 12 ore, Girotto ha sottolineato che ogni movimento della nave è stato assolutamente “dolce e senza alcuno strappo”, quindi al momento tutto sembra procedere secondo i piani.

La Costa Concordia si è staccata dalla roccia dell’Isola del Giglio poco dopo le 12, mostrando una fiancata di dritta, cioè quella sommersa, con una “significativa deformazione” da valutare con più attenzione a operazione conclusa. Lo ha detto in conferenza stampa il Capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli. Senza dubbio, ha però aggiunto, “questa deformazione ci conferma come il parbuckling doveva essere fatto quanto prima“. Qualche preoccupazione a riguardo l’aveva già espressa su queste colonne Giovanni Bizzozzeri, ingegnere navale, intervistato oggi da IlSussidiario.net: “Le incognite principali sono legate alla robustezza dello scafo, la sua tenuta cioè nel corso dell’operazione. Ruotandolo come si sta facendo è ovvio che lo scafo debba mantenere la sua robustezza. Noi vediamo solo la parte in superficie dello scafo, dove sono stati fatti anche interventi di recupero, ma tutta la parte sommersa è una incognita, specie quella che è appoggiata sul fondo. Tutta questa parte durante la rotazione sarà sottoposta a sforzi particolari e la domanda è dunque: quanto potrà resistere lo scafo?”. Franco Gabrielli ha inoltre detto nel corso della conferenza stampa che “al momento non è finito in mare nulla di inquinante e di impattante”, ma “siamo solo all’inizio, mentre sversamenti in mare ce li aspettiamo per le prossime ore. L’importante è essere pronti, come lo siamo, a bonificare le aree” ().

Terminato il forte temporale della notte scorsa, le operazioni di recupero del relitto della Costa Concordia hanno potuto prendere il via alle 9 di questa mattina. L’eventuale successo del “parbuckling”, cioè della rotazione della nave, dipenderà molto dalle condizioni meteo-marine previste, quindi risulta ancor più essenziale il servizio realizzato dal Consorzio Lamma costituito da Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e Regione Toscana, che ha accompagnato tutte le fasi dei lavori dall’inizio dell’emergenza. “Nella serata di ieri, come abbiamo potuto vedere, una perturbazione ha attraversato gran parte d’Italia, portando anche qui piogge, rovesci e qualche fulmine, ma adesso la situazione è in netto miglioramento”, spiega a IlSussidiario.net il ricercatore Cnr Valerio Capecchi che si trova all’Isola del Giglio. “I venti sono al momento deboli e il mare è poco mosso, con altezze d’onda abbondantemente inferiori rispetto alle soglie operative, quindi possiamo dire che per la giornata di oggi la situazione è stazionaria”. Il supporto fornito dai ricercatori Cnr ha consentito la programmazione e la gestione dei principali interventi finora realizzati dal Consorzio Titan-Micoperi, grazie alla presenza continuativa di un previsore sull’isola da oltre 300 giorni e alla strumentazione messa a disposizione. Le condizioni meteo peggioreranno però domani, quando “una nuova perturbazione interesserà gran parte dell’Italia – prosegue Capecchi – Anche all’Isola del Giglio potremmo avere mare mosso, soprattutto nel canale tra l’Isola e l’Argentario. Il peggioramento sarà quindi piuttosto significativo, anche se non so in che modo questo potrà influire sulle operazioni di recupero. Ovviamente abbiamo comunicato queste previsioni, quindi è stato deciso di procedere per la giornata di oggi” (scorri più in basso per seguire la diretta delle operazioni di recupero).

Dopo l’inizio delle operazioni, lo scafo della Costa Concordia sta lentamente emergendo dall’acqua. Come ha spiegato Sergio Girotto, responsabile della Micoperi, una delle aziende impegnate nell’operazione, “attualmente il tiraggio è di 2 mila tonnellate e tutto funziona bene. Andremo avanti con step di 20 tonnellate fino a 4 mila. L’incremento progressivo ci permette una verifica ad ogni step, per valutare il comportamento dell’angolo e il distacco dallo scoglio. Se vediamo comportamenti inaspettati abbiamo modo di intervenire e correggere”. E’ stata inoltre confermata la stima di 12 ore per la durata della rotazione del relitto, anche se “tutto dipende dal comportamento del relitto”, ha aggiunto Girotto. Sembra che al momento la nave sia emersa di circa un metro, facilmente distinguibile dalla parte di scafo già fuori dall’acqua a causa della ruggine.

Anche se con qualche ora di ritardo, stanno per prendere il via le operazioni di rotazione del relitto della Costa Concordia. “Non c’è nessuna preoccupazione di carattere tecnico”, ha assicurato il commissario per l’emergenza della Concordia Franco Gabrielli, che nell’incontro con i giornalisti di questa mattina ha chiarito che il ritardo è stato causato dal forte temporale che si è abbattuto questa notte all’Isola del Giglio. La sola operazione di “parbuckling”, cioè quella per rimettere la nave in assetto verticale, dovrebbe durare 6-7 ore, ma tra controlli e verifiche ci vorranno probabilmente almeno 24 ore, se non alcuni giorni. “Nella prima fase – ha detto oggi l’ingegnere Sergio Girotto ai microfoni di Sky Tg24 – dovremo verificare la rispondenza tra le forze in campo e la risposta dello scafo. Durante le prove la Concordia si è mossa di circa 10 centimetri, ma non si è staccata dalla roccia. Il distacco è uno degli elementi più incerti, anche se la fase critica è tutta l’operazione in sé”. L’operazione di “parbuckling” potrà essere considerata conclusa quando il relitto della nave raggiungerà un primo raddrizzamento pari a 65 gradi. Dopo questa soglia, secondo gli esperti, la Concordia dovrebbe proseguire praticamente per inerzia, aiutata dai cavi e dai contrappesi che la accompagneranno delicatamente sul fondale creato apposta per l’occasione. Una volta raddrizzata, verranno effettuati analisi e test per capire le condizioni dello scafo, e solo in seguito sarà possibile intervenir dove necessario per garantire nuovamente il galleggiamento del relitto. A quel punto la nave potrà lasciare l’Isola del Giglio, ma accadrà non prima di qualche mese.