E’ la parola del giorno: “parbuckling”. Scattata subito nell’immaginario e anche negli sfottò della Rete come sempre in questi casi di comunicazione globale. Con questo termine in lingua inglese è stata infatti denominata l’operazione di raddrizzamento del relitto della Costa Concordia, adagiata di fronte all’isola del Giglio dal gennaio 2012. Una operazione mai tentata prima nella storia navale, anche se qualche precedente parziale esiste. E’ quello della Uss Oklahoma, una delle corazzate colpite dall’attacco giapponese a Pearl Harbour nel 1941, raddrizzata per rimetterla in posizione verticale con un lavoro durato un anno. Mai prima però una nave vittima di un incidente come la Costa Concordia aveva subito un trattamento del genere: visti i costi e la pericolosità infatti, i relitti sono sempre stati lasciati là dove sono finiti, sul fondo marino o su qualche spiaggia deserta. “Parbuckling” è un termine che si è cominciato a usare nel secolo XIX quando si usava far rotolare i barili di legno su un piano inclinato con l’applicazione di una doppia corda. L’atto cioè di ruotare un barile su un piano inclinato usando due corde sotto di esso che lo orientano da una parte all’altra facilitandone lo spostamento e senza il rischio che rotoli giù troppo forte rischiando di spaccarsi al termine della corsa. In pratica, con ovvie distinzioni, quanto si sta facendo in queste ore con la Costa Concordia, ruotandolo con apposite corde e altri strumenti per raddrizzarla da un piano inclinato dove si trova oggi. 



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