Il 23 settembre la Chiesa Cattolica celebra la memoria di San Pio da Pietralcina, una delle figure più importanti e venerate di tutto il XX secolo. Francesco Forgione – questo il nome secolare di Padre Pio – nacque nel piccolo borgo di Pietralcina, nei pressi di Benevento, il 25 maggio del 1887 in una famiglia di umili condizioni. Il nome di battesimo venne deciso dalla madre, grande devota di San Francesco d’Assisi. Le difficili condizioni economiche della famiglia Forgione impedirono al giovane Francesco di frequentare con regolarità le scuole pubbliche a causa della necessità di aiutare materialmente la famiglia lavorando nel piccolo podere familiare. Il non comune intelletto di Francesco fece sì che Domenico Tizzani, parroco del paese, si interessasse a lui: a partire dall’autunno del 1899, il giovane poté ricevere lezioni serali dal sacerdote e conseguire la licenza elementare nel 1901, in soli due anni.
Nell’autunno del 1902, il giovane Francesco seguì la vocazione che da tempo sentiva nel suo cuore, chiedendo l’ammissione come novizio nel convento francescano di Sant’Elia a Pianisi (Campobasso). Nel gennaio del 1903 entrò come novizio divenendo Fra Pio. Nel gennaio del 1904, dopo aver terminato il suo anno di noviziato, pronunciò solennemente i voti semplici francescani (obbedienza, castità e povertà), divenendo a tutti gli effetti un frate francescano. Dopo il suo ingresso in convento, Fra Pio continuò il suo percorso scolastico iniziando gli studi ginnasiali. Nel luglio del 1909, dopo aver compiuto studi di teologia, venne nominato diacono. Il 10 agosto del 1910, nonostante la sua giovane età avesse reso necessaria una speciale dispensa da parte delle autorità ecclesiastiche, Fra Pio venne ordinato sacerdote.
L’8 settembre del 1911 ricevette per la prima volta il dono delle stimmate, che lo avrebbe accompagnato sino al momento della fine della sua vita terrena. Poco dopo, a causa delle sue precarie condizioni di salute, a Fra Pio venne concesso di lasciare il convento per vivere nella sua casa natale a Pietralcina, dove rimase pressoché ininterrottamente sino al 1916. Nel luglio del 1918, dopo aver effettuato il servizio militare ed essere stato riformato per motivi di salute, Fra Pio giunse per la prima volta nel borgo pugliese di San Giovanni Rotondo, un luogo che rimarrà legato indissolubilmente alla sua vita. Le autorità ecclesiastiche, venute a conoscenza della presenza delle stimmate, iniziarono a indagare sul fenomeno, sottoponendo il giovane a numerosi esami, sia spirituali che medici. Dopo quattro anni di indagini in cui vennero consultati i maggiori specialisti dell’epoca, il Vaticano negò la soprannaturalità delle stimmate, sostenendo che fosse lo stesso Fra Pio a procurarsi le lesioni e a mantenerle in quello stato utilizzando prodotti chimici. Le autorità ecclesiastiche proibirono a Pio di celebrare pubblicamente la santa messa e di amministrare il sacramento della confessione. Le restrizioni si mantennero in vigore sino al 1933, quando lo stesso papa Pio XI le revocò.
La fama di santità di Padre Pio, che aveva guarito diversi malati in maniera scientificamente inspiegabile, iniziava a portare migliaia di pellegrini al piccolo convento francescano di San Giovanni Rotondo. Nel gennaio del 1940, Padre Pio diede inizio alla costruzione di un grande ospedale, il “Sollievo della Sofferenza”, situato nei pressi del convento francescano. Le indagini da parte delle autorità ecclesiastiche sulle stimmate di Padre Pio non cessarono sino al giorno della sua morte, avvenuta il 23 agosto del 1968.
Nonostante la fede popolare ne invocasse la canonizzazione, le autorità ecclesiastiche ne rallentarono enormemente il processo. Giovanni Paolo II fu il principale promotore della santificazione di Padre Pio, che venne proclamato venerabile nel gennaio 1990, beatificato nel maggio del 1999 e infine santificato solennemente il 16 giugno del 2002. Decisiva per la santificazione fu la guarigione, “scientificamente inspiegabile”, del giovanissimo Matteo Pio Colella, bambino di sette anni di San Giovanni Rotondo colpito da meningite fulminante nel gennaio del 2000. Le autorità ecclesiastiche riconobbero che il frate di Pietralcina ebbe il dono delle stimmate nel 1918, sopportando le sofferenze per mezzo secolo, sino alla morte, nel 1968.