La Chiesa romana celebra oggi San Cleofa (conosciuto anche come Cleofe, Cleopa o Alfeo), discepolo, e quindi contemporaneo, di Gesù. Di lui si hanno poche notizie, incerte e frammentate e si suppone addirittura che fosse il fratello di San Giuseppe, nonché padre di Simone e di Giuda; stando a questi legami di parentela, ne consegue che Cleofa fosse il marito della sorella della Madonna, ovvero Maria di Cleofa, anch’essa presente insieme alla Vergine e alle altre donne sul calvario durante la passione di Cristo. Ovviamente, il fatto che Cleofa fosse lo zio di Gesù rappresenta una questione aperta sulla quale la Chiesa si interroga da secoli, senza riuscire a trovare una soluzione certa. Secondo la tradizione, subito dopo la resurrezione di Gesù, Cleofa stava facendo ritorno a Emmaus, al termine delle celebrazioni in occasione della Pasqua, quando incontrò Cristo risorto che gli si affiancò e cominciò a spiegargli alcuni passi delle Sacre Scritture: inizialmente Cleofa non lo riconobbe, ma poi, una volta rincasato e dopo avergli offerto ospitalità, si accorse dell’accaduto e si rese conto dell’identità del suo ospite. Cleofa fu pertanto uno dei primi a rivedere Gesù dopo la resurrezione. Cleofa si trovava in compagnia di un altro discepolo, quando disse a Cristo, prima di riconoscerlo, che egli aveva davvero creduto fermamente che Gesù potesse essere colui che avrebbe liberato Israele ed era rimasto deluso dal fatto che, invece, non fosse stato così. Il risorto, nel rivelarsi, pare avesse fatto riferimento all’ultima cena, prendendo il pane, spezzandolo e benedicendolo, proprio come aveva fatto prima di essere crocifisso: solo a quel punto Cleofa capì l’identità di chi aveva di fronte e questo fatto lascia perciò intendere a noi lettori della tradizione che Cleofa fosse presente durante, appunto, l’ultima cena. Pare che Cleofa sia stato trucidato proprio per la sua ostinazione nel credere nel miracolo della resurrezione, al quale, sempre secondo la leggenda, aveva assistito coi propri occhi.
Secondo il martirologio romano, il martirio di Cleofa viene confermato come avvenuto a opera dei Giudei. Vicino a Gerusalemme, a Emmaus, luogo di nascita di San Cleofa, si celebra ogni anno una festa in suo onore.
Il nome Cleofa ha avuto scarsissima diffusione al maschile, mentre al femminile, in ricordo però di Maria di Cleofa, nei secoli scorsi era abbastanza usato, anche se nell’accezione Cleofe. Nella Divina Commedia di Dante Alighieri vi è un breve accenno a Cleofa, nel XXI canto del Purgatorio, quando l’apparizione discreta e silenziosa dell’ombra del commediografo romano Stazio viene paragonata all’ombra di Cristo che appare ai due discepoli originari di Emmaus, uno dei quali è Cleofa.