Dopo le dichiarazioni di Guido Barilla e il successivo mare di polemiche, anche su Twitter è scattata l’operazione di boicottaggio del marchio con l’hashtag #boicottabarilla. Non è proprio piaciuta la dichiarazione del vicepresidente della società fondata nel 1877: “Non metterei in una nostra pubblicità una famiglia gay perché noi siamo per la famiglia tradizionale”, ed ecco che appaiono slogan ironici come “mangia sano, ma non contronatura”, o una vecchia pubblicità che recita “Le mamme italiane, sanno quello che fanno” e l’immagine della pasta Barilla gettata in un gabinetto. C’è poi chi mette in rima il proprio disappunto: “nel mulino che vorrei, ci sono tutti, pure i gay” o “chi lo dice a Federica Pellegrini che son omofobi pure i pavesini?”. Nel boicottaggio rientrano infatti anche tutti i prodotti dei marchi di casa Barilla, che includono Mulino Bianco, Voiello, Wasa e Pavesi, per citare i più venduti. Durissimo il commento del celebre fotografo pubblicitario, Oliviero Toscani: “Mi vergogno. Non mangerò più pasta Barilla”, ha detto, aggiungendo che “siamo un paese tremendo, vecchio, antico. Altro che creativo”. Dall’altro lato, invece, prendono le difese del noto marchio coloro che su Twitter hanno lanciato l’hashtag #iostoconbarilla. Molti tweet si limitano a una difesa della libertà di pensiero: “Non per quello che ha detto ma sono per la libertà di pensiero! Non capisco questo accanimento”, “Visto tutto questo casino con #Barilla, la libertà di pensiero in Italia è solo un’utopia! #iostoconbarilla” o “non capisco questo accanimento,ognuno può pensare ciò che vuole, scegliere idee societarie secondo la propria volontà,quindi #iostoconbarilla”. Non manca chi passa poi dalla difesa della famiglia tradizionale al pieno sostegno delle visioni di Guido Barilla, per fare due esempi: “#iostoconbarilla Perché essere tradizionalisti non è sbagliato.” e “Rispetto x tutti, confusione nessuna.#Famiglia: papà, mamma e figli….davanti a una bella pasta fumante. #iostoconBarilla”. L’ultimo aggiornamento è che Guido Barilla ha cercato di “chiarire” la situazione con questa dichiarazione: “mi scuso se le mie parole hanno generato fraintendimenti o polemiche, o se hanno urtato la sensibilità di alcune persone. Nell’intervista volevo semplicemente sottolineare la centralità del ruolo della donna all’interno della famiglia”.
Dove c’è Barilla c’è casa. Una casa con una famiglia composta da padre, madre e relativa prole. Su questo, Guido Barilla è stato piuttosto chiaro. Intervistato da La Zanzara 24, è stato provocato sulla dichiarazioni del presidente della Camera, Laura Boldrini, che aveva contestato il ruolo della donna nelle pubblicità e, in particolare, lo stereotipo della madre che serve a tavola. L’imprenditore aveva fatto, anzitutto, presente che la Boldrini, di pubblicità, non sa nulla. E che non ha capito, in particolare, il ruolo svolto dalla donna all’interno delle pubblicità del marchio. «E’ madre, nonna, amante, cura la casa, cura le persone care, oppure fa altri gesti e altre attività che comunque ne nobilitano il ruolo». Ed è così in tutti i Paesi del mondo. Non solo: secondo Barilla l’intervento del numero uno di Montecitorio è stato piuttosto patetico dato che, oltre a parlare senza averne la competenze, resta il fatto che la pubblicità, per il commercio, è determinante. Ciascuno può farla come ritiene opportuno. Ovviamente, nel rispetto delle regole. Che vengono fatte rispettare dall’autorità preposta, il giurì. E chi sgarra, paga multe salate. Infine, sollecitato da Cruciani, ha spiegato: «Noi abbiamo una cultura vagamente differente. Per noi il concetto di famiglia sacrale rimane uno dei valori fondamentali dell’azienda. La nostra è una famiglia tradizionale». Barilla ha, inoltre, fatto affermato che se ai gay le pubblicità della Barilla non piacciano, mangeranno un’altra pasta. «Non farei uno spot con una famiglia omosessuale – ha infine concluso -, ma non per mancanza di rispetto verso gli omosessuali che hanno il diritto di fare quello che vogliono senza disturbare gli altri, ma perché non la penso come loro e penso che la famiglia a cui ci rivolgiamo noi è comunque una famiglia classica. Tra l’atro la donna, per tornare all’argomento di prima, è fondamentale».