Oggi si celebra San Gregorio: egli fu Papa col nome di Gregorio I, ma è più noto, soprattutto in ambito storico, come Gregorio Magno. Nato a Roma sul colle Celio attorno al 540 e morto nel 604, fu Papa della Chiesa Cattolica a partire dal 590. La sua vita fu talmente mirabile che è venerato come Santo non solo nel mondo cattolico, ma anche dalla Chiesa Ortodossa, che, però, lo celebra il 12 marzo, giorno della sua morte. La Chiesa Cattolica celebra Gregorio I nel giorno della sua ascesa al soglio pontificio. Gregorio apparteneva a una ricca famiglia patrizia ed era di figlio di un noto senatore romano, Gordiano, e alla morte del padre, avvenuta nel 572, fu eletto prefetto di Roma, nonostante fosse molto giovane per ricoprire tale incarico. La sua famiglia, fortemente cattolica, lo crebbe secondo i più saldi e rigorosi principi cristiani e, ben presto, Gregorio abbandonò la carriera politica e divenne dapprima monaco e poi abate del monastero di Sant’Andrea sul Celio, che altro non era se non la sua casa di famiglia da lui trasformata in monastero. Questo periodo fu, probabilmente, il più sereno per Gregorio, che in futuro, ormai Papa, spesso lo ricordava nelle sue omelie, nelle sue riflessioni e nelle sue opere. Il periodo monastico, però, ebbe breve durata poiché l’allora Papa, Pelagio, stimando molto la persona di Gregorio, ammirando le sue competenze sia in ambito amministrativo che religioso e avendo molta fiducia in lui, lo inviò a Costantinopoli in veste di Nunzio Apostolico. Dopo qualche anno, fu richiamato a Roma direttamente dal Pontefice e divenne segretario del Papa, il quale, però, di lì a poco morì di peste. Nessuno ebbe dubbi su chi potesse salire al soglio pontificio, ma Gregorio cercò in tutti i modi di rifiutare, addirittura fuggì, ma alla fine dovette cedere e accettare l’incarico. Fece tesoro di quanto appreso grazie alla carriera politica e amministrativa, tant’è che suggeriva ai suoi vescovi di prendere come modello il rispetto delle leggi e la diligenza tipici dei funzionari civili. Fin da subito si dimostrò molto capace e lungimirante, sia in materia religiosa che nelle questioni civili, e di ciò vi è una preziosa testimonianza giunta fino ai giorni nostri: più di ottocento sue lettere manoscritte raccolte e conservate in un “Registro delle lettere”, nelle quali egli riflette sui temi di rilievo del tempo, primo tra tutti la pressante e gravosa questione longobarda. Papa Gregorio voleva a tutti i costi una convivenza pacifica coi nuovi popoli e si occupò della loro evangelizzazione, appoggiato dalla regina longobarda Teodolinda che era fervente e praticante cattolica. Fu un Papa misericordioso e sempre pronto ad aiutare i poveri e i deboli: con le ingenti entrate provenienti dai territori della Chiesa, distribuì grano e ogni sorta di aiuto a chi ne aveva bisogno e fece liberare chi era caduto ingiustamente nelle mani dei longobardi. Il popolo lo venerava e lo ammirava per le sue opere di bene e si preoccupava per la sua salute cagionevole, che spesso lo obbligava a letto e lo lasciava senza forze e senza voce, incapace persino di pronunciare l’omelia. San Gregorio fu anche un uomo di lettere: tra le sue opere ricordiamo, oltre al “Registro delle lettere”, molti “Commenti”, molte “Omelie”, i “Dialoghi” per l’edificazione della regina longobarda Teodolinda e la “Regola Pastorale”, la sua opera più nota. La “Regola Pastorale” ha carattere programmatico e delinea le caratteristiche del Vescovo ideale, chiarendo quali sono i suoi doveri imprescindibili. 



A Gregorio Magno viene fatto risalire il “Canto Gregoriano”, benché non vi sia alcuna certezza sul fatto che egli abbia scritto i canti personalmente: difatti, i manoscritti più antichi contenenti il canto gregoriano risalgono all’XI secolo e non vi sono testimonianze precedenti. La leggenda, tramandata da Paolo Diacono, vuole che San Gregorio abbia dettato i canti a un monaco da dietro una tenda facendo lunghe pause; il monaco, incuriosito dai tanti silenzi, scostò la tenda per vedere di nascosto Gregorio e così si accorse che una colomba, simbolo dello Spirito Santo, posata sulla spalla del Pontefice, gli suggeriva i canti. I suoi resti mortali riposano all’interno nella Basilica di san Pietro in Vaticano nel lato sud dell’ambulacro, ovvero nella zona che circonda i quattro pilastri che sorreggono la grande cupola. San Gregorio è patrono di molte città e di molti paesi italiani ed è considerato il protettore dei cantanti e dei musicisti.

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