Non è ancora troppo tardi per scongiurare l’ennesima carneficina. C’è una flebile speranza, legata al fatto che il grido del Papa non sia ignorato. Le sue parole sono state cariche di drammaticità e potenza evocativa (“Con tutta la mia forza, chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare all’altro come ad un fratello”), ma non solo. Questa volta, hanno fatto breccia anche nel cuore del cosiddetto “pensiero laico”. Sorprende, in particolare, come sia stato accolto il suo invito a digiunare per la pace in Siria. La posizione di Gianni Vattimo, filosofo e parlamentare europeo.
Lei come ha accolto le parole del Papa sulla guerra?
Spesso i papi si sono arrampicati sugli specchi per spiegare cos’è la guerra giusta. Francesco dice, invece, che la guerra non è mai una soluzione. E’ un’importante novità rispetto al pensiero della Chiesa sulla guerra. Io stesso, per lungo tempo militante cattolico, ricordo infiniti dibattiti con il mio direttore spirituale circa le condizioni che rendessero legittima una guerra. Ecco, Francesco ha tagliato la testa al toro.
Ammetterà che tutti i Papi del secolo scorso, ogni volta che c’era una guerra, hanno sempre invocato la pace…
Ma sì, certo. Questa volta, però, mi pare che sia stata invocata in maniera più seria delle altre.
Lei personalmente aderirà al digiuno?
Sì.
Perché?
Vede, ogni volta che c’era l’occasione di un digiuno politico, mi dicevo, cinicamente, che avrei mangiato di notte. Sapevo bene che ciò che contava, infatti, era l’effetto che si intendeva sortire. Questa volta, invece, il digiuno rappresenta un gesto che attiene l’ascesi personale e la propria partecipazione al senso dell’umanità. Un atto che, quindi, prescinde dagli effetti. Certo, se tutta la comunità cristiana digiunasse, se tutto il mondo digiunasse, questo farebbe notizia, è indubbio. Non credo, in ogni caso, che si possa condizionare la volontà di Dio in questo modo. Per questo, il digiuno proposto dal Papa ha anche un valore civile e laico.
Il digiuno servirà davvero alla causa della pace?
Calcolare se davvero il digiuno serva alla pace, o a cosa serva la pace stessa, ci troverebbe senza risposta. L’essere pacifici ha valore di per sé. La carità cristiana non impone l’amore per l’altro perché ne consegua un’utilità, ma come valore in sé, perché ordinato da Gesù Cristo.
Cosa ne pensa dell’attuale situazione?
Penso che gli Stati Uniti, come hanno sempre fatto, stiano mentendo. Certo, io non sono obiettivo, e difendo tutto ciò che promuove l’antimperialismo americano. Francamente, però, non è verosimile che Assad abbia usato le armi chimiche a pochi chilometri da Damasco, in una zona dove c’erano i suoi uomini, con gli ispettori dell’Onu in casa, e con gli occhi di tutta la comunità internazionale puntati addosso. Penso, inoltre, che la Siria abbia sviluppato le armi chimiche per timore di Israele, che dispone dell’atomica.
Non è bizzarro che il premio Nobel per la pace voglia l’attacco in Siria, mentre Putin frena?
La contraddizione sta nel premio Nobel in sé stesso che, ormai, è diventato una faccenda politica.
L’Europa fu costruita al grido di “mai più la guerra!”. L’Onu esiste per promuovere la pace tra le Nazioni. Hanno entrambe fallito miseramente?
Beh, diamo atto all’Europa, per lo meno, di aver evitato lo scoppio di guerre sul proprio territorio. Ciò detto, effettivamente, la concordia è stata tutt’altro che raggiunta, e altre forme di guerre continuano ad essere combattute senza più l’uso delle armi. Si pensi alla Grecia, distrutta finanziariamente dalla Germania. Va aggiunto che, benché l’Ue in quanto tale non abbia mai partecipato a guerre tradizionali, ne ha appoggiate molte. Spesso, in maniera particolarmente scandalosa, come l’ultima in Libia. Che non aveva neppure l’avvallo del’Onu.
Dell’Onu invece cosa pensa?
L’Onu non è certo un agnellino. E’ un luogo ove si esercitano delle influenze. E, quando non ci sono elementi di contrasto tra i membri del Consiglio di Sicurezza, è facile che si decida di “picchiare giù duro”. Peraltro, il fatto stesso che i membri permanenti del Consiglio di sicurezza siano tali in quanto vincitori dell’ultima guerra, non ha ormai più senso. Per carità, sempre meglio che l’Onu esista, piuttosto che non esista. Ma non illudiamoci che sia il Padreterno.
(Paolo Nessi)