Il 7 settembre si ricordano i tre martiri di Kosice: i santi Marco Crisino, sacerdote di Esztergom, Stefano Pongracz e Melchiorre Grodziecki, sacerdoti della Compagnia di Gesù, che né la fame né le torture della ruota e del fuoco poterono indurre a rinnegare la fede cattolica. San Marco Crisini (Krizevcanin) nacque a KriÏevci in Croazia nel 1588 da una nobile famiglia. Fu alunno dei Gesuiti a Vienna e Graz, e poi studiò alla Gregoriana a Roma. Fu ordinato a Roma. Tornato in Croazia per due anni esercitò il ministero pastorale, poi fu chiamato dal Cardinale Pázmány, suo professore a Graz, a dirigere il seminario di Trnava e fu anche canonico di Esztergom. Nel 1619 fu mandato dal Capitolo ad amministrare i beni della già abbazia benedettina a Krásna, presso Kosice. San Melchiorre Grodziecki nacque nel 1584 a Cieszyn (Slesia) da una nobile famiglia polacca. Alunno del collegio dei Gesuiti a Vienna entrò nel noviziato di Brno nel 1603. Fu ordinato sacerdote nel 1614 a Praga, dove studiò Filosofia e Teologia. Nel 1618 fu mandato dal collegio di Hemenné a Kosice come cappellano dei soldati polacchi e boemi, mercenari del governatore imperiale, e della popolazione slovacca. Santo Stefano Pongracz nel 1582 in Transilvania. Dopo gli studi nel collegio dei Gesuiti a Cluj entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù a Brno, nel 1602. Ordinato prete fu mandato come prefetto degli studi e soprattutto come predicatore al collegio di Humenné (oggi Slovacchia). Nel 1619 fu inviato a Kosice come cappellano militare delle truppe ungheresi imperiali e dei pochi civili cattolici ungheresi. Quando il principe ungherese di Transilvania, calvinista, Gabor Bethlen, iniziò la guerra contro l’imperatore i Gesuiti trovarono asilo in Austria, Polonia ed Ungheria. Kosice fu assediata dall’esercito di Giorgio I Rákoczi, futuro principe di Transilvania. Il governatore cattolico di Kosice fu tradito dai suoi mercenari e la popolazione calvinista lo consegnò a Rákoczi, insieme ai tre sacerdoti. Il Capo del Consiglio municipale chiese la morte di tutti i cattolici della città. La maggioranza dei calvinisti si oppose allo sterminio totale, ma nessuno si oppose alla condanna per i tre preti. Il 7 settembre, di notte, cominciò la tortura, tesa a piegare lo spirito e condurre all’abiura del cattolicesimo. San Marco Crisini fu decapitato dopo le prime torture, poco dopo anche San Melchiorre subì la stessa sorte. Santo Stefano invece fu evirato, sospeso con al testa in giù, bruciato con torce fino all’uscita delle viscere. Creduto morto, fu buttato con i corpi dei suoi compagni in un pozzo di scolo, dove visse ancora 20 ore pregando tutto il tempo.
Al momento del martirio San Marco aveva 31 anni, San Melchiorre ne aveva 35 e Santo Stefano aveva 37 anni. La sepoltura dei corpi avvenne soltanto 6 mesi dopo. La beatificazione avvenne nel 1905 e il 2 luglio 1995 furono proclamati santi da Giovanni Paolo II: “I tre nuovi Santi appartenevano a tre Nazioni diverse, ma condividevano la stessa fede e, da questa sorretti, seppero affrontare uniti anche la morte. Che il loro esempio ravvivi nei loro connazionali di oggi l’impegno della reciproca comprensione e rafforzi soprattutto tra gli slovacchi e la minoranza ungherese i legami di amicizia e di collaborazione”, ha detto il pontefice durante l’omelia.