Si è svolta ieri la giornata di digiuno e preghiera voluta da Papa Francesco “per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero”, accolta con entusiasmo da tantissime personalità politiche e religiose, non solo cattoliche. “Mai più la guerra”, ha detto il Santo Padre nel grido di pace lanciato domenica scorsa durante l’Angelus. “Vogliamo che in questa nostra società dilaniata da divisioni e da conflitti scoppi la pace”, aveva aggiunto, sottolineando che “non è mai l’uso della violenza che porta la pace: la guerra chiama guerra, la violenza chiama violenza”. In occasione del vertice del G20 di San Pietroburgo, Papa Francesco ha anche inviato una lettera al presidente russo Vladimir Putin: “I leader degli Stati del G20 – ha scritto Jorge Bergoglio – non rimangano inerti di fronte ai drammi che vive già da troppo tempo la cara popolazione siriana e che rischiano di portare nuove sofferenze ad una regione tanto provata e bisognosa di pace. A tutti loro, e a ciascuno di loro, rivolgo un sentito appello perché aiutino a trovare vie per superare le diverse contrapposizioni e abbandonino ogni vana pretesa di una soluzione militare”. Ci sia, piuttosto, “un nuovo impegno a perseguire, con coraggio e determinazione, una soluzione pacifica attraverso il dialogo e il negoziato tra le parti interessate con il sostegno concorde della comunità internazionale”. Inoltre, ha aggiunto il Pontefice, “è un dovere morale di tutti i Governi del mondo favorire ogni iniziativa volta a promuovere l’assistenza umanitaria a coloro che soffrono a causa del conflitto dentro e fuori dal Paese”. (scorri la pagina in basso per il video).