Il 2 gennaio si ricordano due dottori della Chiesa che furono amici anche in vita: San Basilio Magno e San Gregorio Nazianzeno. In particolare però esamineremo la vita e le opere di Basilio, vescovo di Cesarea, che venne definito Magno per il suo prodigarsi a redigere e a diffondere la dottrina cristiana. Basilio nacque verso il 330 in Cappadocia, a Cesarea che è l’attuale Kaysery turca. Figlio di un avvocato, apparteneva a una famiglia in cui i valori del cristianesimo erano profondamente radicati e nella quale si respirava odore di santità. Il nonno fu martire durante la persecuzione indetta da Diocleziano, mentre la nonna Macrina, seguace di Gregorio il Taumaturgo, fu proclamata santa. I genitori, oltre a Basilio, ebbero altri dieci figli e due di loro furono anch’essi canonizzati: Gregorio e Pietro, mentre la sorella Macrina, omonima della nonna, fondò un monastero nella sua proprietà di Annesi. Il padre si occupò personalmente di istruire la prole e Basilio completò poi la sua educazione proseguendo i suoi studi a Costantinopoli e poi ad Atene. In Grecia conobbe Gregorio Nazianzeno e da quel momento tra loro nacque un profondo legame. Una volta tornato in patria, nel 356, il giovane Basilio si dedicò dapprima all’insegnamento, poi cogliendo il suggerimento della sorella Macrina, si votò a una vita ascetica. Viaggiò attraverso Palestina, Egitto, Siria e Mesopotamia facendo visita ai vari asceti del tempo per rendersi conto del loro stile di vita, quindi tornato in Cappadocia, donò tutti i suoi averi ai poveri e si ritirò a vivere in solitudine lungo le rive del fiume Iris, nei pressi di Neocesarea.Attorno a lui si raccolsero numerosi seguaci, ansiosi di seguire il suo esempio ed egli dettò loro le Grandi Regole e le Piccole Regole che stabilivano quale dovesse essere il tenore di vita dei monaci. Basilio fu perciò definito il legislatore del monachesimo orientale.Per cinque anni il santo visse in solitudine, poi il nuovo vescovo, Eusebio, che non aveva una vera formazione teologica in quanto era solo un catecumeno, lo chiamò presso di sé perché lo aiutasse nella sua missione. Ben presto però il vescovo si dimostrò invidioso del grande sapere di Basilio ed egli preferì ritornare alla sua vita solitaria.
Nel 370 Basilio fu nominato egli stesso vescovo di Cesarea in sostituzione di Eusebio e si trovò fin da subito ad affrontare numerosi problemi che seppe risolvere con grande larghezza di vedute. In quel periodo la popolazione era afflitta da una grave carestia e Basilio si prodigò in favore dei poveri e degli ammalati fondando una sorta di cittadella dove veniva offerta ogni genere di assistenza. Basiliadc, così veniva chiamato il complesso, comprendeva un ospizio, una locanda e un lebbrosario e fu in assoluto la prima istituzione cristiana impegnata fondo a prendersi cura dei bisognosi. Il vescovo però agiva anche in difesa delle classi disagiate di fronte alle prepotenze delle autorità e il suo impegno umanitario e nel diffondere la catechesi e la liturgia ortodossa gli valsero l’appellativo di Magno.
In quegli anni l’eresia ariana andava diffondendosi in Oriente con l’appoggio dell’imperatore Valente e Basilio si prodigò per affermare la vera fede, ma l’imperatore, pur senza mai ricorrere alla violenza, cercò di dissuaderlo privandolo di parte della sua diocesi. Il vescovo però non si arrese, nonostante neppure dal papa giungesse un incoraggiamento e una presa di posizione decisa e pubblicò un trattato sullo Spirito Santo che stabiliva il dogma della Trinità. Il travaglio di Basilio terminò nel 378 quando Valente morì in guerra e salì al trono Teodosio il Grande che ristabilì la libertà religiosa. Il suo ultimo atto come vescovo fu la proposta di nominare Gregorio Nazianzeno vescovo di Costantinopoli, quindi morì il 1° gennaio del 379.Basilio ci ha lasciato una raccolta epistolare composta di oltre trecento lettere in cui traspare la sua dottrina e la travagliata storia della Chiesa in quegli anni. Numerose furono anche le sue opere letterarie redatte in greco con uno stile classico. Il santo è commemorato nel Martiriologio Romano il 1° gennaio, giorno in cui lo festeggiano i fedeli di religione ortodossa, mentre la memoria liturgica per protestanti e cattolici viene celebrata il giorno seguente insieme a quella di Gregorio.