Dalla finestra dell’albergo Alla Corte di Bassano del Grappa, al mattino presto, vedi che Roberto Astuni, il patron, si incammina veloce verso i prati e la campagna lambita dal Brenta. Lo scruti, mentre si muove con la sua mole quintalaria ed ha il passo di un bambino, come il suo sorriso, come il suo entusiasmo che gli ha fatto creare la Magnifica Confraternita del ristorante De.Co., ossia quelli che usano esclusivamente i prodotti a denominazione comunale del territorio. Adesso, da Vicenza, è partita anche l’associazione dei Comuni De.Co. con l’intento di federarsi.
Una domenica sera, a parlare di queste opportunità, c’erano una cinquantina di persone, o meglio di personalità, se penso che in terza fila sedeva Vittorio Gianni Capovilla, che è il principe dei distillatori. A questo punto, vedendo quella Corte piena di gente (è sempre così, mi dicono) che mangia la pizza col baccalà, mi sono chiesto seriamente se questa è o non è la terra dei geni, dei numeri uno del gusto. Nel pomeriggio, mentre la pioggia minacciava di scendere, a Breganze, quelli della Confraternita della Magnifica Fraglia del Torcolato spremevano in piazza i grappoli passiti del loro vino dolcissimo, una delle essenze dell’Italia enoica, un altro primato. Ma tornando a Bassano, che dire della bottega di cose buone di Antonio Baggio (via Roma, 33 – tel. 0424522500), che sta all’inizio di un fenomeno, raccontato ogni anno sul Golosario, ma nato da un confronto fra il guru delle cose buone Giorgio Onesti e questo signore, che insieme ai suoi figli porta avanti un luogo ricco di specialità incredibili e sempre nuove.
Vicino alla stazione c’è un altro negozio, Dalle Nogare (largo Parolini, 21/22 – tel. 0424228474) dove trovi i migliori Asiago possibili, mentre il locale di cui tanti parlano e che merita il viaggio è il Ristorante Ottocento Simply Food (Contrà S. Giorgio, 2 – tel. 0424503510) che ha puntato tutto sui lievitati, da un lavoro certosino di Riccardo Antoniolo, volitivo chef dei nostri giorni. Io li conosco tutti questi personaggi e ogni incontro con loro è sempre stato edificante, oltreché riposante. A Bassano, ad esempio, mi approvvigiono di un amaro rarissimo, che producono i gesuiti, autori di questo San Giuseppe che non ha eguali e neppure simili (Villa San Giuseppe, via Ca’ Morosini, 41 – tel. 0424504097).
Ma che dire di Capovilla (via Giardini, 12 – tel. 0424581222), genio dell’alambicco che lui attua con sistema discontinuo a bagnomaria a doppia distillazione. Irresistibili sono i suoi distillati di frutta (ne fa una quarantina di tipi), che poi confeziona a mano, con lo spago, la ceralacca e l’etichetta scritta da suo nipote.
Sono stato da lui, a Rosà, a sentire il distillato di banane, di corniole, di fichi d’India, di ciliegie, di albicocche e anche di varietà rare di pere e di mele. Entusiasmante. Mi ha fatto assaggiare i suoi Rhum, inenarrabili, e a un certo punto ho scoperto che il suo mestiere si può definire in un modo: “solo amore”. Infatti mi chiedo cos’altro se non l’amore alla grappa gli ha fatto creare un distillatore prêt à porter, da tenere in cantina (un’idea per qualsiasi azienda di vino di ogni ordine e grado), per potersi fare quei 300 litri di grappa delle proprie vinacce, che sono il limite consentito dalla legge? Lo ha fatto per i vignaioli, interessando un produttore di strumenti tedesco della Foresta Nera, Müller, perché i produttori non dimentichino questo prodotto italiano, che si può anche nobilitare seguendo i dettami di questo missionario del gusto: Vittorio Gianni Capovilla. Detto questo, il mio consiglio è di mettere in calendario tre giorni, diretti a Bassano, senza tentennamenti. Alle spalle c’è l’altipiano di Asiago, volendo. Ma solo qui, partendo dall’hotel ristorante Alla Corte (contrà Corte, 54 – tel. 0424502114), c’è da fare un percorso di altissima soddisfazione. Anche perché ne son certo: ho incontrato il Gusto, con la G grande, come la generosità di Roberto Astuni.