Tra i santi che la Chiesa cattolica celebra il 25 gennaio troviamo Sant’Anania, vescovo di Damasco e martire. Della sua vita si sanno poche cose. Le informazioni che sono arrivate fino a noi sono contenute nelle pagine degli Atti degli Apostoli. In particolare, la sua vita è raccontata nei versi “9, 10-19” e “12, 12-16”. Di Anania si dice sia vissuto tra il primo secolo avanti Cristo e il primo secolo dopo Cristo. Si pensa inoltre sia stato uno dei settanta discepoli cui venne dato il compito, alla morte di Gesù Cristo, di visitare tutti gli angoli della terra per portare anche nelle zone più lontane e remote il messaggio del Signore e convertire quante più persone possibile. Oltre tutto questo, Anania è indicato anche come colui che battezzò e ridiede il dono della vista a Paolo di Tarso, il quale è indicato a sua volta come il missionario del Vangelo che più degli altri riuscì a convertire al cristianesimo pagani di Roma e della Grecia. Si narra dunque che Anania andò a far visita a Paolo, il quale si trovava nell’abitazione di Giuda. Il racconto dell’episodio del miracolo, che spinse il missionario a convertirsi, ci viene raccontato dal principale testimone di questa vicenda, ovvero dallo stesso Paolo di Tarso. In una lettera ai Giudei in cui l’apostolo raccontava dei motivi che stavano alla base della sua conversione, Paolo scriveva che “un tale Anania, uomo pio secondo la legge, cui rendevano testimonianza tutti gli Ebrei della città Damasco, venne a trovarmi e, standomi vicino, mi disse: ‘Saulo, fratello, guarda’. Ed io subito guardai. Egli disse: ‘Il Dio dei nostri padri ti ha scelto perché tu conoscessi la sua volontà e vedessi il Giusto ed udissi una parola dalla sua bocca, perché tu sarai teste dinanzi a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito’”. Dopo questo evento miracoloso, come già detto, Anania battezzò Paolo, contribuendo in maniera determinante a farlo diventare una delle più grandi personalità cristiane della storia. La figura di Anania è però al centro di una piccola e comunque non molto significativa vicissitudine. La storia ufficiale racconta infatti di un Anania vescovo di Damasco. In realtà, non esistono abbastanza prove per affermare senza tema di essere smentiti che all’epoca (ovvero non molto tempo dopo la morte di Cristo, forse soltanto un anno dopo) la chiesa fosse già così strutturata ed organizzata perché esistesse la figura del vescovo. Tuttavia, secondo la tradizione di Bisanzio, Anania fu in realtà il primo vescovo che abbia mai avuto la città di Damasco, nonché la persona che evangelizzò la città di Eluetheropolis, in Palestina. Detto ciò, la sostanza non cambia: anche se Anania non fosse stato vescovo, si comportò comunque come perfetto cristiano e fu protagonista di una vita che non ha nulla di meno rispetto a quella di un vescovo vero e proprio. Che sia stato davvero un vescovo, dunque, poco importa. Quel che conta è che la sua figura è commemorata e venerata non soltanto dalla chiesa latina, ma anche da quella greca e dai musulmani.
Le varie tradizioni millenarie arrivate fino a noi, infatti, concordano sul fatto che Anania fu un grande uomo e che morì da martire il giorno 10 ottobre del 70 dopo Cristo. Questa data è stata scelta dai cristiani greci come giorno della sua commemorazione. Comunemente, comunque, il giorno in cui si celebra il suo ricordo è, come detto, il 25 gennaio. In questo stesso giorno si celebra anche la conversione di Paolo. Parlando invece della città in cui visse ed operò più che nelle altre (ovviamente parliamo di Damasco), attualmente esiste nella parte orientale della città una piccola cappella, posizionata sotto terra, che in passato era stata parte di una basilica. Queste mura vengono considerate (non soltanto dai fedeli cristiani, ma anche dai musulmani) la casa in cui era solito vivere il Santo. Per quanto riguarda invece le reliquie del martire, queste si trovano al momento all’interno della basilica di “San Paolo fuori le mura”, a Roma. Delle reliquie qui conservate non fa parte però la testa, che venne data in qualità di dono da Carlo IV, allora re della Boemia, alla cattedrale dedicata a San Vito, la quale si trova nella città di Praga, in Repubblica Ceca.