“L’Italia non è una palude fangosa dove tutto è insidia, sospetto, raggiro e corruzione. No. Dobbiamo tutti reagire ad una visione esasperata e interessata che vorrebbe accrescere lo smarrimento generale e spingerci a non fidarci più di nessuno”. Lo ha detto oggi il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aprendo a Roma i lavori del Consiglio permanente dei vescovi italiani. “A questo disegno, che lacera, scoraggia e divide, e quindi è demoniaco – ha aggiunto – non dobbiamo cedere nonostante esempi e condotte disoneste, che approfittano del denaro, del potere, della fiducia della gente, perfino della debolezza e delle paure: nulla deve rubarci la speranza nelle nostre forze se le mettiamo insieme con sincerità”. Bagnasco si è quindi nuovamente rivolto alle istituzioni e, in particolare, al governo: “A livello pubblico si vedono impegno e tentativi, segnali promettenti, ma i mesi e gli anni non aspettano nessuno. Quale progetto di vita è possibile per le giovani generazioni?”, si è chiesto il presidente della Cei, secondo cui “il dibattito sulla riforma dello Stato, nei suoi diversi snodi, è certamente necessario, ma auspichiamo che ciò non vada a scapito di ciò che la gente sente più bruciante sulla propria pelle, e cioè il dramma del lavoro: la povertà è reale!”. Proprio per questo ha lanciato un appello “affinché la voce dei senza lavoro, che sale da ogni parte del Paese, trovi risposte più efficaci in ogni ambito di responsabilità. Non è ammissibile che i giovani, che sono il domani della nazione, trovino la vita sbarrata perché non trovano occupazione: essi si ingegnano, sempre più si adattano, mantengono mediamente la fiducia e la voglia di non arrendersi nonostante esempi non sempre edificanti”.