Un po’ come i cani (ai quali ultimamente però ogni divieto sta venendo tolto): vietato l’ingresso ai bambini. Si chiama “childfree” ed è una tendenza tutta americana che adesso prende piede anche nella vecchia Europa, vietare l’ingresso ai bambini nei ristoranti, nelle spiagge, sui voli aerei, anche in albergo. Tutto nasce, sembra, da un libro di una scrittrice americana, Corinne Maier, intitolato: “Mamma pentita, No Kid. Quaranta ragioni per non avere figli”. I bambini piccoli si sa, disturbano, fanno rumore, piangono, insomma non se ne può più per il povero turista che vule rilassarsi: il libro in questione uscito nel 2008 è stato un best seller in America. D’altro canto è una tendenza in atto ormai da molti anni anche in Italia, quella di fare sempre meno figli o non farne affatto: troppa fatica, troppi sacrifici. Così assistiamo a speciali voli aerei, ad esempio quelli in direzione Creta o Gran Canarie a cura di una compagnia inglese, la Thomas Cook Airlines, che organizza voli vietati ai bambini, direzione villaggi turistici e alberghi che vietano anche loro l’ingresso ai bambini. In Germania l’iniziativa ha molto successo: alberghi, bar e anche case in vendita solo a chi non ha figli. Lo stesso in Svezia: alberghi vietati ai minori di 12 anni. La tendenza comincia a prendere anche in Italia anche se, come ricorda il direttore di Confindustria alberghi, la nostra legge non permette di vietare l’ingresso a bambini. Intanto fa notizia il caso della nota pizzeria e pasticceria Bagnolo Mella a Brtescia: dopo le 21 di sera, accesso vietato ai bambini. Disturberebbero i clienti, specie i single e le coppiette. E’ così da sette anni e, dicono i proprietari, gli affari vanno benissimo. 



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