Rosario crocetta lancia un nuovo allarme. Quanto deciso dal Commissario dello Stato per la Sicilia Carmelo Aronica, il quale ha impugnato ben 33 articoli sui 50 totali della Finanziaria regionale, si potrebbe presto trasformare in un “disastro senza precedenti”, con conseguenze che il presidente della Regione Sicilia aveva già definito nei giorni scorsi “al limite dell’assassinio”. Nelle casse regionali manca circa mezzo miliardo di euro (558 milioni per l’esattezza), attualmente trasferito in un fondo indisponibile a garanzia dei residui attivi accumulati negli ultimi quindici anni: “Stiamo facendo i conti – ha detto Crocetta – posso dire già che ci sono almeno 26mila lavoratori di enti, consorzi e teatri pubblici a rischio licenziamento”. Tra questi, solo per citarne alcuni, ci sono circa 20mila forestali part-time, 800 dipendenti dell’Ente per lo sviluppo agricolo, 300 addetti negli Enti Parco e 700 impiegati nei teatri pubblici siciliani. “Come Presidente della Regione Siciliana – aveva detto Crocetta nei giorni scorsi – chiedo di incontrare i rappresentati del Governo, per capire se la politica nazionale chieda oggi un vero massacro sociale, se chieda lo scoppio di una situazione eversiva incontrollabile. Se chiede al popolo siciliano di non fidarsi più della democrazia”.