Un’ampolla contente il sangue di Giovanni Paolo II, custodita presso il piccolo santuario di San Pietro della Ienca, in provincia de L’Aquila, è stata rubata nei giorni scorsi. A scoprire il furto stamattina è stata la figlia di Pasquale Corriere, promotore delle iniziative di rilancio turistico del Gran Sasso incentrate sulla figura del Papa che verrà canonizzato il prossimo 27 aprile insieme a Giovanni XXIII. Proprio Corriere ha voluto ricordare che ad oggi sono “tre sole al mondo le reliquie con il sangue di Wojtyla”. Sul furto, durante il quale è stata portata via anche una croce, stanno al momento indagando i carabinieri dell’Aquila, coordinati dal comandante provinciale Guarino Savino. Quanto avvenuto, ha fatto sapere il comitato di volontariato osservatorio Antiplagio, “non deve far escludere la pista satanica”. Il giorno del furto, infatti, ha spiegato il coordinatore del comitato Giovanni Panunzio, insegnante di religione, “coincide nel calendario satanico con l’inizio del dominio del demone Volac, evocato dal 25 al 29 gennaio, periodo nel quale rientrano anche il ricordo sacrilego e il risvolto satanico dell’olocausto nazista nella Giornata della Memoria, per preparare il capodanno di Satana che si celebra il primo febbraio”. “Secondo gli adoratori del diavolo – aggiunge – tale data rappresenta la nascita, le origini: quindi in questa fase dell’anno il sangue e la croce sono oggetti emblematici da profanare, sia per la religione cattolica che per quella ebraica. Il mercato dei simulacri religiosi nelle sette sataniche è particolarmente fiorente e i simboli sacri senza un particolare valore artistico, ma unici, come quelli trafugati all’Aquila, vengono pagati decine di migliaia di euro. Anche il ricatto e l’eventuale richiesta di un riscatto possono rientrare in quest’ottica criminale”.