Il 29 gennaio la Chiesa cattolica celebra San Costanzo di Perugia, primo vescovo del capoluogo umbro che fu martirizzato durante il tempo delle persecuzioni dell’imperatore Marco Aurelio verso i cristiani. Della sua vita non si sa molto, essendo vissuto nel secondo secolo avanti Cristo. Secondo la tradizione cristiana, Costanzo fu portato davanti al console Lucio nel corso delle persecuzioni messe in atto da Antonino, flagellato e rinchiuso in una stufa ardente, cosparso con dell’acqua bollente. Nonostante tutte queste torture, egli rimase miracolosamente illeso prima di essere condotto in carcere, di convertire i suoi custodi e farsi aiutare da loro ad evadere. Dopo la sua fuga, si trasferì a casa di uno sconosciuto cristiano, di nome Anastasio. Ma lì, Costanzo fu di nuovo ritrovato, arrestato, rinchiuso in una cella ad Assisi e decapitato in una località vicina a Foligno, intitolata “Il Trivio”. Il martire perugino aveva in questa città una parrocchia che, secondo il presbitero e storico Ludovico Jacobilli, fu abbattuta nel 1527. Era situata nella cosiddetta campagna di San Costanzo, ogni denominata Porta Romana.
Secondo il testo della Passio, Costanzo fu sepolto dalle parti di Perugia, in un luogo intitolato “Areola fuori Porta San Pietro”, dove fu eretto il primo duomo di Perugia e sorse l’attuale Chiesa consacrata di San Costanzo, inaugurata nel 1205 da Viviano, vescovo del capoluogo umbro e restaurata nel 1888 dall’architetto perugino Guglielmo Calderini. Al martire furono attribuiti due miracoli: il riacquisto della vista da parte di una donna cieca che si recò ai piedi del santo e l’aiuto ad un nobile di nome Crescenzio che, affetto da paralisi totale alle gambe, riprese il loro uso grazie all’intercessione del santo. San Costanzo è riconosciuto universalmente come il santo patrono di Perugia, insieme a san Lorenzo e sant’Ercolano, e il suo culto fu diffuso anche al di fuori dell’Umbria. Nel 1781 le sue reliquie furono mostrate per la prima volta, prima di essere trasferite in un nuovo altare presente nella Chiesa di San Costanzo.
Secondo la tradizione, ogni anno le ragazze nubili di Perugia vanno alla Chiesa di San Costanzo per chiedere se entro l’anno riusciranno a sposarsi: se con un particolare gioco di luci riflesse proiettate sul santo lui farà un gesto simile ad un occhiolino, significa che le donne si sposeranno; altrimenti, il fidanzato sarà costretto a regalare alla donna il “Torcolo di San Costanzo”, uno dei dolci tipici della zona. Anche quest’anno la festa patronale sarà molto sentita a Perugia. Ieri si è aperta con la Luminaria della Parrocchia di Sant’Ercolano, con la celebrazione dei Primi Vespri Solenni e la partecipazione della corale della Polizia Municipale, mentre oggi è giorno di manifestazioni civili e religiose, con la fiera che espone pezzi di antiquariato e di artigianato, oltre a prodotti tipici del territorio.