Una lettera dai contenuti fortemente drammatici, quella che i responsabili della Fim Cisl hanno inviato al Papa per conto di alcune lavoratrici della multinazionale americana Micron che stanno per perdere il lavoro. Si tratta di circa 400 esuberi in tutta Italia e tra loro, si legge nella lettera, anche diverse donne entrate in stato di gravidanza da poco. “Abbiamo registrato la volontà di alcuni che, presi dallo sconforto e dalla disperazione, pensano di ricorrere all’interruzione di gravidanza perché non potranno garantire un futuro dignitoso ai propri figli” si legge. E ancora. “Non hanno la forza per credere nel dono della vita”. Ilsussidiario.net ha parlato con Cristina Betti, una donna che ha vissuto una esperienza analoga, la disoccupazione del marito di fronte a tre figli da crescere: “Il mondo in cui viviamo ci può purtroppo portare a considerazioni come queste” ci ha detto, “ma sono proprio quei bambini che portano in grembo, che queste donne devono guardare per ritrovare la speranza negata. E’ dall’accoglienza della vita che nasce ogni cosa”.
Cristina, il cui marito adesso fortunatamente ha trovato un lavoro, vive un’altro dramma, quello della malattia: “Ma io sono contenta, questa malattia è una nuova avventura attraverso la quale posso testimoniare che Dio è presente e non abbandona mai nessuno. Lo dico anche a quelle donne che stanno perdendo il lavoro, dico quello che ci ha detto il Papa: non perdete mai la speranza”.
Davanti a una donna che vuole abortire perché ha perso il lavoro, qual è la sua prima reazione?
La prima cosa che viene da pensare è che ovviamente quella è la reazione istintiva che si ha davanti a questo tipo di situazioni, alle prove cui la vita mette davanti. Un essere umano purtroppo vacilla e si dispera quando pensa di aver perso tutto. Ma dobbiamo invece guardare a qualcosa di più alto del nostro limite.
A che cosa?
Sono proprio i bambini che quelle mamme aspettano, che dovrebbero suggerir loro i valori cui affidarsi, perché è proprio dalla vita che nasce e comincia tutto. Il dono della vita che hanno dentro di loro le faccia avere speranza nel futuro, quei bambini sono la speranza del futuro, anche se loro adesso vedono che questo futuro è negato.
Forse decisioni così forti come l’aborto vengono anche dal contesto di solitudine in cui molti vivono oggi?
E’ proprio il sentirsi lasciati soli che toglie la speranza, perché il nostro mondo è fatto così. E’ una situazione difficile, forse sono sole, però ci sono tanti modi per uscire da questa solitudine. Una mamma deve cercare tutti i modi, bussare a tutte le porte, non ci si può chiudere in casa. La vita umana non ha prezzo, è la cosa più importante, se uno si sente solo e abbandonato è giusto che vada a cercare aiuto. Si accorgerà alla fine che non è così solo perché c’è sempre qualcuno che è disposto ad aiutarci e a starci vicino, anche se magari i problemi concreti non riesce a risolverli. Ci sono tante strade oggi, ci sono anche associazioni che aiutano le famiglie in difficoltà. La vita è una cosa che non va assolutamente sprecata né negata.
Vien da pensare a quelle famiglie di una volta che, anche nella miseria e nella povertà, hanno cresciuto figli numerosi, e senza arrendersi mai.
Infatti, purtroppo abbiamo perso questo senso della vita, ci siamo persi in questo mondo che dà importanze a cose che non sono poi le vere cose della vita, non si dà importanza e dignità alle persone mentre invece l’essere umano è la prima cosa.
Lei adesso dopo il periodo senza lavoro di suo marito, sta vivendo un’altra difficoltà, la malattia: è così?
Mio marito fortunatamente lavora mentre invece mi hanno diagnosticato una malattia un po’ importante. Ma io ho fede, prendo tutto quello che viene perché il Signore è l’artefice di tutto e confido sempre in Lui. Questa sarà una nuova avventura che dovrò affrontare, ma sono molta serena. Mi sento bene anche se il mio fisico sta un po’ degradando, mi sento contenta perché è una nuova esperienza. E’ fonte di gioia poter testimoniare che Dio c’è ed è vivo, è presente, non lascia mai nessuno.
Davanti a questa sua nuova sfida e a quello che vivono queste donne, cosa si sente di dire?
A queste donne e a me stessa dico una cosa sola, la frase più bella che le posso lasciare è quella che ha detto il Papa: non lasciatevi rubare la speranza.
(Paolo Vites)