Tra i santi che la tradizione religiosa venera il 30 di gennaio, viene collocato anche San Peregrino o Pellegrino, vescovo di Triolaca l’attuale Caltabellotta, paese della Sicilia di cui divenne Patrono. Secondo le cronache storiche tramandate, Peregrino nasce in Grecia in una città chiamata Lucca di Grecia. Fin dalla giovane età conduce una vita lontana dalle tentazioni demoniache e grazie alla sua riconosciuta integrità d’animo, guadagna la stima di Pietro, il quale lo convoca a Roma per poi mandarlo in missione santa nella regione di Sicilia, con lo scopo di incutere timore ai pagani e di schiacciare i demoni che infestavano la regione. La leggenda religiosa narra che una volta arrivato a Triolaca, Peregrino venne a conoscenza della paura oscura che attanagliava gli abitanti del paese. Infatti, secondo la tradizione in un antro vicino alla città, abitava un dragone, che veniva identificato come un demone o comunque come una bestia sottomessa alle forze del male. Per evitare che la creatura demoniaca potesse ribellarsi contro tutti i paesani, nacque tra quest’ultimi l’idea di presentare a tempo stabilito, un tributo al dragone, che consisteva nel donare un fanciullo di Triolaca come cibo. In quel tempo Peregrino mendicava a casa di una donna povera in ricchezza, ma pura nell’animo, il cui unico figlio, venne estratto come prossimo fanciullo destinato a divenire tributo del dragone. La donna per meritarsi la benevolenza di Dio, con l’unica speranza di poter salvare il figlio, pur non avendo nemmeno un tozzo di pane per se stessa andò ad elemosinare in casa degli abitanti vicini, con lo scopo di trovare dei viveri da poter offrire a Peregrino. La povera donna non trovò benevolenza nei cuori degli altri abitanti, in particolare nel cuore di un’altra donna che rispose, che avrebbe preferito vedere trasformare il proprio pane in sassi, piuttosto che donarlo. Peregrino così quel giorno non trovò ristoro in casa della povera donna, ma venuto a conoscenza del suo umile impegno le mostrò gratitudine. Gli scritti tramandano che la donna che si era rifiutata di fare elemosina, si trovò trasformato il pane che aveva nascosto in sassi, che ancora oggi gli abitanti di Caltabellotta conservano per venerare Peregrino come uomo mandato da Dio. Il giorno successivo per ricompensare la benevolenza della donna, Peregrino volle accompagnare di persona il fanciullo alla bocca del drago, ma una volta che la bestia aprì la bocca, senza temere gli conficcò il suo bastone riuscendo a spingere il demone in una voragine sconfiggendolo per sempre. In seguito Pietro, lo investì della carica di Vescovo di Triolaca.
Oggi gli abitanti di Caltabellotta festeggiano il loro Patrono nel giorno 30 gennaio, venerando la reliquia dell’omero e mettendo in mostra tutti i dipinti che raffigurano il Santo Peregrino accanto al dragone sconfitto. In agosto poi a Caltabellotta viene organizzata la cosiddetta “Fiera del bestiame” in onore del Patrono, in quest’occasione i fedeli portano in spalla per tutto il paese la statua che raffigura il valoroso San Peregrino.